di Mauro Meschini – Era estate, come adesso, ma forse il caldo era meno opprimente e comunque, anche se lo fosse stato, c’erano ben altre priorità a cui dare totalmente la precedenza. Nell’estate del 1944 c’era una guerra che, dopo aver seminato dolore e morte per mesi, finalmente stava passando restituendo, anche ai paesi del Casentino, la libertà. Il 16 luglio fu liberata Arezzo, poi, ad agosto, ecco che accadde lo stesso anche in Casentino. Chiusi della Verna, Capolona, Subbiano e poi Talla, Castel Focognano, Chitignano fino a Bibbiena, il 28 di quello stesso mese.
A settembre il cammino continua con Poppi il 2, poi Ortignano Raggiolo, Montemignaio, Castel San Niccolò per arrivare finalmente a Pratovecchio e Stia il 24. Sono trascorsi 80 anni da allora, approssimativamente la vita di una persona, ma il clima di oggi sembra davvero molto diverso, non solo dal punto di vista meteorologico. Probabilmente manca quella fiducia e quella speranza che, dopo decenni di dittatura fascista e anni di guerra, nel 1944 furono finalmente libere di esplodere alla luce del sole. Ma forse manca anche quel senso di solidarietà verso il prossimo e la consapevolezza, appresa nei lunghi anni bui della guerra, che comunque dalle difficoltà e dai momenti difficili non si esce mai da soli, ma insieme agli altri.
Da questo sentire comune nacquero le prime decisioni importanti che posero le basi per far risorgere un Paese distrutto: la scelta della Repubblica, la promulgazione della Costituzione, possibili solo perché uomini e donne, con storie e sensibilità diverse, furono in grado di mettere a disposizione le loro idee e i loro valori trovando la sintesi migliore per il bene comune. Oggi, dicevamo, l’aria che si respira è diversa, ma ritrovare lo spirito e le aspirazioni di allora appare fondamentale perché ci sono importanti impegni e scelte ancora da fare. Si tratta in particolare delle iniziative nate per contrastare le disastrose decisioni del Governo e della maggioranza di destra su Premierato e Autonomia differenziata. Scelte che nascono dal mito dell’uomo solo al comando e della supremazia del più forte, che ricordano proprio quelle parole d’ordine che 80 anni fa si era pensato bene di cancellare. Ma, in fondo, chi governa oggi non ha contribuito a far nascere la Costituzione e con queste proposte dimostra di continuare ad essere anni luce lontano da quei valori.
«Non si può affrontare lo scandalo delle disuguaglianze e della povertà del nostro Paese, con un milione di persone in povertà assoluta e dieci milioni in povertà relativa, promuovendo strategie differenziate. L’autonomia non può essere differenziata perché la libertà è un bene comune». Sono le parole di Don Luigi Ciotti proposte dalle pagine del sito di Libera, associazioni, nomi e numeri contro le mafie dove viene lanciata la campagna, promossa anche da tante altre associazioni, partiti e sindacati, per la raccolta di firme a sostegno del Referendum abrogativo proprio della Legge sull’autonomia differenziata.
«Si, all’Italia Libera, Unita, Giusta» questo lo slogan che è stato scelto per questa campagna che, dopo 80 anni, torna a riunire di nuovo tante realtà della società italiana nel nome della difesa della Costituzione e di quel senso forte di solidarietà e voglia comune di ripartire che ha contraddistinto sempre i momenti più difficili della storia italiana. Lo stesso spirito e le stesse motivazioni sono alla base anche di un’altra iniziativa, sempre legata alla difesa alla Costituzione, che si sta diffondendo in ogni angolo della penisola e che ha visto anche in Provincia di Arezzo la nascita del Comitato «La Via Maestra» per l’affermazione dei diritti garantiti dalla Costituzione.
L’assemblea costitutiva, che si è svolta nella sede della Cgil, ha riunito anche Anpi, Arci, Acli, Legambiente, Demos, Libera Valdarno, ISDE Medici per l’Ambiente sezione aretina, Centro iniziativa politica «Enrico Berlinguer». “La via maestra mette la Costituzione e l’antifascismo al centro della sua attività perché delineano un modello di democrazia e di società che pone alla base della Repubblica il lavoro, l’uguaglianza di tutte le persone, i diritti civili e sociali fondamentali. L’obiettivo è quindi che i diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione tornino ad essere pienamente riconosciuti e siano resi concretamente esigibili ad ogni latitudine del Paese. […] Questo modello sociale, fondato su uguaglianza, solidarietà, accoglienza, e partecipazione, costituisce l’antitesi del modello che vuole realizzare l’attuale maggioranza di Governo con l’autonomia differenziata e l’elezione diretta del capo dell’esecutivo”.
Queste in sintesi le ragioni che hanno spinto le tante realtà aderenti a promuovere la nascita del comitato anche nella nostra provincia. Ritrovare lo spirito che animava anche la terra casentinese nell’estate di 80 anni fa aiuterà a seguire anche oggi, con lo stesso impegno e la stessa volontà, La Via Maestra.