di Mauro Meschini – Sabato 21 luglio la piccola Rayana è nata in ambulanza sulla SR71 nei pressi del bivio di Vogognano nel Comune di Subbiano. L’ambulanza è quella che era di turno quella sera presso la Misericordia di Bibbiena con l’equipaggio formato da: Alessia Buzatu, Alessia Marconi, Khalil Bibtia e Roberto Rossi (nella foto).
L’equipaggio quando, intorno alle 22,30, è arrivata la chiamata dal 118 si trovava presso la sede della Misericordia di Bibbiena, come accade sempre da quando è entrata in servizio l’automedica e non c’è più il medico a bordo sulle ambulanze.
Dalla prima comunicazione del 118 si parlava di codice giallo e alla richiesta specifica dei volontari: «Sta per partorire?» è stato risposto: «È una donna incinta, non lo sappiamo». Nuova domanda: «Inviate l’automedica?», risposta: «Al momento non è necessario».
All’arrivo a Ponte a Poppi presso l’abitazione della famiglia che aveva richiesto l’intervento l’equipaggio ha verificato che la donna aveva contrazioni ogni 5 minuti e aveva già rotto le acque. Subito sono stati presi i parametri, controllato il tempo delle contrazioni e raccolto dall’interessata le informazioni essenziali come di routine. Tutto è stato poi comunicato al 118 che ha sollecitato a raggiungere al più presto l’ospedale di Arezzo.
Nel momento in cui il gruppo dei volontari stava portando la donna in ambulanza si sono verificate due contrazioni molto ravvicinate, circa ogni due minuti, e questo stava ad indicare che il parto era molto vicino anche perché non essendo il primo figlio i tempi generalmente sono più rapidi.
La nuova situazione è stata comunicata al 118 che ha informato, a questo punto, dell’invio dell’automedica da Arezzo.
L’automedica di Bibbiena, era stata in un primo tempo attivata, ma è rimasta poi ferma perché ai medici è stato comunicato che al momento non c’era bisogno.
L’ambulanza parte per Arezzo, ma subito arriva una nuova comunicazione dal 118 che informa che non sarebbe arrivata l’automedica, ma un’ambulanza con infermiere da Subbiano e indica di fare l’incontro a vista sulla SR71. Dall’ambulanza di Bibbiena fanno presente che non era sicuro non indicare un punto preciso perché la strada non dava garanzie di sicurezza per la sosta in ogni tratto, per questo si concorda l’incontro al distributore Agip di Rassina.
Le due ambulanze giungono al punto concordato quasi nello stesso momento e l’infermiere e una volontaria in arrivo da Subbiano salgono sul mezzo di Bibbiena per verificare la situazione. A questo punto l’infermiere ha notato che si vedeva già la testa della bambina e ha dato indicazione di partire immediatamente.
Le due ambulanze, quella di Bibbiena con la paziente e quella di Subbiano di supporto, si sono così dirette verso Arezzo. Circa all’altezza di Calbenzano l’infermiere comunica nuovamente con il 118 per richiedere l’attivazione dell’automedica di Arezzo, ma mentre era in corso questo scambio di messaggi nell’ambulanza di Bibbiena si sono resi conto che stava nascendo la bambina e quindi la richiesta è stata sospesa. A questo punto, al bivio di Vogognano, l’ambulanza si ferma, la piccola nasce senza problemi e si trasmette al 118 il risultato della valutazione fatta sulle sue condizioni.
Si riparte per Arezzo e all’arrivo madre e bambina sono portate in codice rosso al pronto soccorso dove erano già stati attivati ostetrica e ginecologo. Dopo ulteriori controlli, che confermano il buono stato di salute di entrambe, l’equipaggio dell’ambulanza di Bibbiena, l’infermiere e i medici le hanno poi accompagnate in sala parto.
A questo punto ci sono stati complimenti per tutti, per l’equipaggio di Bibbiena e per l’infermiere di Subbiano che hanno affrontato nel modo migliore una situazione non semplice.
Abbiamo avuto la possibilità di incontrare i volontari della Misericordia di Bibbiena e abbiamo potuto sentire dalle loro parole l’entusiasmo, la passione, la capacità che mettono del loro fondamentale lavoro di soccorso e assistenza. Lo dimostrano ogni volta, loro e tutti gli altri volontari del Casentino, ma forse questa storia, che si è conclusa per fortuna con un lieto fine, dovrebbe suscitare, come spesso accade, qualche domanda.
Perché, nonostante le dettagliate informazioni ricevute dai volontari, si è deciso di non attivare l’automedica di Bibbiena? Perché non si è indirizzato l’ambulanza direttamente verso l’ospedale di Bibbiena?
Nascere in una struttura ospedaliera non è forse più sicuro che nascere sul ciglio della strada? O a Bibbiena, dopo la chiusura del Punto nascita non c’è più un medico capace di fare nascere un bambino?
Oppure, e qui le risposte le diamo noi, forse non si va a Bibbiena perché non si vuole, neppure in emergenza, riaprire il discorso sulla necessità di avere un Punto Nascita; mentre non si attiva l’automedica, e si blocca anche quella di Arezzo inviando l’ambulanza con l’infermiere, perché si vuole lentamente far passare l’idea che medico e infermiere siano intercambiabili per arrivare, magari presto, a sostituire l’automedica con l’auto infermieristica con relativo risparmio per l’Azienda sanitaria.
Attendiamo impazienti il comunicato stampa di rito che smentisce queste ipotesi. Nel frattempo non sarebbe male se almeno uno dei sindaci casentinesi, che senza battere ciglio hanno firmato i patti con la ASL, ponesse qualche domanda e richiesta di chiarimento.
In attesa dell’uno e degli altri prendiamo atto dell’impegno dei volontari casentinesi e con sollievo possiamo dire questa volta: “Tutto è bene quel che finisce bene”.