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sabato, 5 Ottobre 2024

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«Noi, in ogni caso, ci troverete ancora qui»

COMUNICATO – Se questo Paese funzionasse come si deve, già da tempo la Magistratura avrebbe dovuto applicare contro di voi, se non la Legge Scelba, quantomeno la Legge Mancino (che punisce chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione), utilizzando, per sostenere l’accusa, tra le altre cose, proprio interviste come questa.

Se questo Paese funzionasse come si deve, già da tempo avrebbe dovuto essere approvata una legge per contrastare le discriminazioni legate all’orientamento sessuale e al genere, che in più occasioni avreste violato.
Se non ci arrivasse la Magistratura, quantomeno dovrebbero arrivarci le Amministrazioni, prima, e, poi, i cittadini e le cittadine a contestare la vostra arroganza e la vostra presunzione nel continuare a mettere in pericolo le libertà e la vita democratica e pacifica di questa Nazione e la dignità degli uomini e delle donne che la abitano.
Le vostre parole, in questa intervista, istigano all’odio, alla violenza, alla discriminazione, anche se tentate di mascherare il vostro pensiero.
Dire che si vuole affermare la propria identità contro il tentativo degli italiani e delle italiane di superare le disuguaglianze (non le distinzioni) tra uomini e donne, contro il tentativo di essere quello che si è (anche nel proprio orientamento sessuale, nella propria identità e nel proprio ruolo di genere), mettere in conflitto la cultura italiana contro le altre culture, è contrario alla Costituzione ed è contro la legge sotto molto punti di vista.
Prospettare l’esistenza di minacce, peraltro inesistenti, ai vostri privilegi e ad un certo “tipo” di essere umano, accostando a queste insinuazioni discorsi legati alla vita bellica e militare, chiaramente invita i vostri seguaci a contrastare chi, per vivere dignitosamente e serenamente, chiede solo l’affermazione dei propri DIRITTI, scritti nella Carta Costituzionale.
Promuovete il pensiero unico, chiuso, istintivo e semplicistico, l’omologazione che dite di voler contrastare, la negazione dell’identità.
Piano piano (forse, purtroppo, troppo tardi) la verità verrà fuori su quali siano i vostri reali pensieri. Il nostro dispiacere, la nostra preoccupazione, è per quei giovani e quelle giovani che prendete in giro durante i vostri raduni, sostenendo di voler recuperare un senso di comunità, socialità, che, però, stranamente, esclude molt*: immigrat*, omosessuali, transessuali, molte donne e persone con disabilità; insomma tutt* coloro che non si accodano e non rientrano nelle maglie del vostro pensiero unico.
Ad ogni modo, i vostri sforzi per apparire ciò che non siete e dite di essere si scontrano ineluttabilmente contro la simbologia che usate e che non riuscite a rinnegare. Collegamenti con centri sociali (tipo Casaggì) zeppi di slogan nazifascisti, celebrazioni di personaggi come Rutilio Sermonti, membro delle SS in Grecia (vedi immagine ripresa dalla vostra pagina), saluti romani, appena ne avete la possibilità (foto del raduno a Badia Prataglia di 2 anni fa).
Se solo ci fossero magistrati e amministratori attenti e coraggiosi. Noi, in ogni caso, ci troverete ancora qui.
Casentino Antifascista

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