di Sara D’Alessandro – Le immagini di una volta alla portata di tutti. La storia di Rassina torna a rivivere, almeno virtualmente, intorno ad una pagina Facebook, un viaggio nel passato per riscoprire il presente e non dimenticare le nostre radici.
Mentre sono sempre di meno i momenti di aggregazione sociale e di incontro sono, invece, sempre in aumento, le persone che si “ritrovano” nella grande Rete per scambiarsi notizie, appuntamenti ed informazioni tra le più varie.
Qualche tempo fa nessuno avrebbe mai immaginato, tantomeno i due ideatori, che il desiderio di rivedere com’è cambiata “Rassina nel tempo” potesse contare in appena un mese quattrocento amici virtuali, intorno ad una pagina Facebook nella quale poter “postare” foto d’epoca scovate nei cassetti e nei ricordi dei nonni. Nato a marzo già ad aprile le foto pubblicate erano più di mille, un clamoroso successo, che ha scatenato tra i compaesani una vera e propria ricerca alla foto d’epoca.
Scatti in bianco e nero di piazza Mazzini e dintorni, le strade con pochissime auto, le insegne dei negozi, gli amici fuori dal bar, ricordi che si nascondono dietro ogni angolo del paese e che non possono fare a meno di far riflettere sulle evoluzioni non sempre positive subite nel corso degli anni. Una full-immersion nel passato prossimo e remoto di Rassina realizzato grazie all’impegno di Giuliano Pietrini e Lorenzo Remo Ricci ed allo slancio di molte persone che in questo modo si sono rese partecipi di una grande raccolta da consegnare alle generazioni future affinché la nostra memoria storica, non venga perduta per sempre.
«L’idea di creare una raccolta fotografica sul social network più diffuso al mondo – afferma Pietrini – è nata dal cuore e dalla passione perché riguarda il nostro paese e si propone di proseguire il lavoro intrapreso dall’Associazione culturale presieduta da Vittorio Vannini “Castel Focognano Società per la storia”, costituitasi nel 2004 con l’obiettivo di favorire l’approfondimento, lo studio e la diffusione delle conoscenze storiche relative al territorio in sé e alla sua storia più ampia. La nostra intenzione è quella di creare più che un gruppo un archivio storico, dove chiunque può inserire foto di Rassina e dei suoi personaggi, che racchiudano in sé testimonianze ricche di storia e di cultura. Questa iniziativa è solo l’inizio di un progetto più esteso in quanto con il materiale a disposizione vorremmo un giorno poter realizzare una mostra fotografica».
Come spiega Remo Ricci: «È un successo inaspettato, in tanti hanno contribuito cercando scatti del passato nelle proprie soffitte, nei cassetti dei nonni e spargendo la voce tra amici e parenti, facendo attenzione a evitare doppioni.
È un vero piacere condividere queste gallerie di immagini, alcune delle quali gentilmente concesse dal Comitato Carnevale dei Ragazzi di Rassina, con coloro che mossi dall’interesse per le proprie tradizioni, o dalla semplice curiosità vogliono vedere la trasformazione del paese che a mano a mano che le pagine scorrono, acuisce la nostalgia per i tempi che furono, risvegliando una serie di ricordi che parevano assolutamente dimenticati e allo stesso tempo permette ai giovani di accrescere la memoria e la consapevolezza sulla loro terra.
Ognuno a suo modo – prosegue – soffermandosi sulle immagini non potrà non scoprire angoli familiari che lo emozioneranno, suggestivi panorami in bianco e nero che permettono una specie di ricostruzione di quasi un secolo di urbanistica del paese».
“Rassina nel tempo” oltre ad essere un affascinante viaggio a ritroso, che si snoda tra frammenti di vita, attimi di gioia sottratti al duro lavoro, vecchi mestieri ed atmosfere antiche, è un progetto ambizioso che ha riunito “amici” vicini e lontani, che nasce innanzitutto dalla voglia di far rivivere un’emozione. Le foto in particolare hanno un elevato valore affettivo, non se ne avverte l’importanza storica, se non quando, confrontandole con la realtà presente ci rendiamo conto di ciò che siamo e di come siamo cambiati. Le immagini di luoghi, di lavori, di ricorrenze, di persone, molte delle quali non ci sono più, raccontano la nostra storia, facendoci capire che è proprio in quei volti, in quei nomi, in quei luoghi che sta la nostra identità e dunque anche il nostro futuro. E come diceva Cesare Pavese: «A che serve passare dei giorni se non si ricordano?».