di Melissa Frulloni – “L’Asl Toscana sud est potenzia il percorso pediatrico in Valtiberina e nel Casentino”; è questo il titolo del comunicato stampa che è arrivato in redazione lo scorso giugno da parte dell’Azienda. Lo abbiamo pubblicato sul nostro sito senza nessun commento, ma leggendolo e rileggendolo più volte, è nata in noi l’esigenza di approfondire quelle parole, andando, come spesso facciamo, al di là dei titoloni sensazionalistici, ma che poi in realtà riportano note poco significative o comunque che meritano una spiegazione ulteriore.
Così abbiamo chiesto un chiarimento in merito alla Asl, intervistando la dottoressa Assunta De Luca, direttrice sanitaria della Asl Toscana Sud Est, ma anche interpellando mamme e babbi casentinesi che hanno a che fare con il servizio pediatrico del Casentino. La loro voce crediamo sia fondamentale per capire come stanno realmente le cose; testimonianze quelle dei genitori che siamo sicuri possono aiutare anche l’Azienda ad avere un contatto più concreto con il territorio casentinese ed a proporre quindi servizi idonei e realmente utili per i bambini della vallata.
Dottoressa De Luca può spiegarci in che cosa è stato potenziato il servizio pediatrico del Casentino? «Da gennaio fino alla metà di giugno, è stato avviato in Casentino uno studio pilota, una sperimentazione che prevedeva di inserire, presso l’Ospedale di Bibbiena, il sabato mattina, un pediatra di libera scelta. Lo scopo era quello di capire quanto la sua presenza potesse rispondere alle esigenze dei genitori e dei bimbi casentinesi. Abbiamo notato, però che gli accessi a questo servizio erano molto bassi, circa due pazienti per fine settimana e tutti si presentavano dal pediatra con patologie gestibili come tosse, diarrea, febbre. Così è stato deciso di togliere il pediatra il sabato mattina e di potenziare l’attività del pronto soccorso proprio per il sabato, la domenica e festivi, sensibilizzando tutto il personale sanitario ed istituendo un triage pediatrico. Nel momento in cui in ospedale si presenta un bimbo con esigenze cliniche di tipo medio basso (codici 3-4-5), queste vengono risolte in loco e, se ci sono delle esigenze particolari, i medici del pronto soccorso di Bibbiena possono attivare il teleconsulto con il pediatra del San Donato che è a disposizione, nel fine settimana e nei giorni festivi proprio per rispondere alle telefonate che arrivano dall’ospedale del Casentino. Se invece il bambino presenta una patologia più grave (codici 1-2), non risolvibile con il teleconsulto, parte dal PS del Casentino un trasporto che accompagna il paziente al San Donato. Non saranno quindi i genitori a doversi recare in auto ad Arezzo, ma sarà un mezzo ad accompagnare il bambino. Tutto questo percorso è stato strutturato ed è partito dallo scorso 22 giugno.»
Mamme e babbi casentinesi, sapevate di queste novità introdotte dalla Asl? – «Ero a conoscenza solamente della presenza del pediatra in ospedale il sabato mattina, che però a quanto leggo non c’è più.»
– «Ero a conoscenza solo di alcune di queste informazioni; sapevo del triage pediatrico in pronto soccorso, ma non sapevo che era stato tolto il pediatra il sabato mattina.»
– «Rispondo a questa domanda con un aneddoto personale… Prima di partire per le vacanze il mio bambino ha avuto febbre e tosse, era sabato e avevo bisogno di farlo visitare per capire se doveva fare un ciclo di antibiotici o se comunque potevamo partire per il mare. Non sapevo a chi rivolgermi e sono andata da una pediatra che privatamente visita in Casentino. Credo che il triage pediatrico sia poco utile, perché quasi per tutte le patologie, dal PS veniamo mandati all’ospedale di Arezzo.»
Dottoressa parliamo invece della presenza del neonatologo il venerdì pomeriggio all’Ospedale di Bibbiena. «La presenza dello specialista è stata ripristinata, ma non solo. Il neonatologo è in contatto con i pediatri di libera scelta in maniera molto più strutturata. Questo è quello che vogliamo fare, mettere in collegamento gli specialisti del territorio per dare una presa in carico del paziente continua. Ci deve essere più comunicazione tra i pediatri e le strutture ospedaliere e quelle della Asl, rafforzando la comunicazione tra tutti gli attori in gioco. La presenza del neonatologo in ospedale, ma anche il triage pediatrico del PS vogliono rispondere alle esigenze dei genitori casentinesi che lamentavano una carenza dell’assistenza nel fine settimana. In questo senso, il mio ruolo è stato quello di mettere insieme e in comunicazione, appunto, le varie figure e professionalità, agendo grazie alla sinergia di un team che ha voluto questo percorso integrato ed è riuscito a realizzarlo. L’azione coordinata tra tutti gli attori in gioco è sicuramente la chiave vincente di questo percorso di assistenza.»
Mamme e babbi casentinesi, come valutate il livello di comunicazione della Asl in relazione a modifiche, integrazioni, interruzioni, potenziamenti del servizio pediatrico per il Casentino? – «Non mi sembra ci siano particolari iniziative a livello di informazione sulle varie novità o cambiamenti.»
– «Valuto la comunicazione della Asl molto carente. Pur essendo una neo mamma, quindi un soggetto che dovrebbe ricevere tutte le informazioni in tema di servizi pediatrici, non sono mai stata informata su nulla, neppure dalla mia pediatria e non trovo comunicazioni esposte neppure in luoghi come i centri vaccinali o gli ambulatori in ospedale.»
– «Il livello di comunicazione? La Asl non comunica con noi genitori! Quel poco che sappiamo lo scopriamo attraverso il passaparola tra mamme o i gruppi Whatsapp, spesso in quello dell’asilo… Non sappiamo che servizi offre il nostro territorio e come fare ad accedervi.»
Dottoressa avete in programma delle iniziative di incontro con i genitori casentinesi per informarli o sensibilizzarli su alcuni temi? «Dal mese di settembre faremo degli incontri per i genitori su vaccinazioni, uso degli antibiotici, diffondendo anche delle “pillole” sulla promozione della salute, sulla prevenzione di alcune malattie e su come riconoscere i primi sintomi di certe patologie, ma anche sulla relazione tra genitori e bimbini. Questo per cercare di aiutare i genitori ad avere una gestione più consapevole della salute dei propri figli, dandogli delle informazioni di base per sapere cosa fare in caso di… In modo da muoversi già in autonomia prima di dover ricorrere alle strutture sanitarie. Speriamo in questo modo di aiutarli e, informandoli, anche di rassicurarli su certi aspetti che invece destano spesso molte preoccupazioni nei genitori.»
Mamme e babbi casentinesi, a vostro avviso cosa sarebbe veramente importante per il servizio pediatrico del Casentino? – «Per me sarebbe importante avere più ore, distribuite nell’arco della settimana, negli orari al di fuori di quelli di ambulatorio, della presenza di un pediatra in ospedale.»
– «Credo che i servizi che abbiamo siano sufficienti, sia in ospedale che a livello di pediatri di libera scelta. Il problema per me non è la quantità, ma la qualità del servizio. Nella mia esperienza non mi sono mai sentita informata, protetta o sostenuta della sanità pubblica e non per mancanza di personale, ma per scarse capacità e bassa qualità del servizio offerto.»
– «In Casentino vogliamo un pronto soccorso pediatrico, con medici specializzati, perché ad oggi, per qualsiasi problema, dobbiamo necessariamente andare al San Donato di Arezzo.»
Mamme e babbi casentinesi, in definitiva, come valutate il servizio pediatrico del Casentino? – «Il mio voto è 7.»
– «Il mio voto è 4.»
– «Alla mia pediatra do un 9, ma al servizio pediatrico casentinese do una sufficienza scarsa.»
– «Il mio voto è 1. Come tanti altri servizi sanitari in Casentino, anche questo lo valuto molto negativamente.»
Per voi ci sono abbastanza pediatri per rispondere alle esigenze della popolazione casentinese? – «Il numero di pediatri va assolutamente incrementato, visto che spesso sono sovraccaricati di pazienti.»
– «Per me non è un problema di numeri, ma della qualità dei pediatri che abbiamo in Casentino…»
– «Ci sono pochi pediatri rispetto ai bambini che ci sono in Casentino.»
– «Non ci sono abbastanza pediatri nella nostra vallata. Il servizio va potenziato soprattutto per chi abita in zone montane come Badia Prataglia…»
Ringraziando tutti gli intervistati e ovviamente anche la Dottoressa De Luca, non possiamo fare a meno di notare che, come spesso accade, i servizi proposti dalla Asl o quelli che per l’Azienda sono considerati potenziamenti, vengano invece percepiti in maniera del tutto diversa dalla popolazione casentinese. Come se i reali bisogni della nostra vallata fossero altro rispetto a quello che il servizio sanitario ci propone. Succede per la pediatria, ma anche per altri servizi; prendiamo ad esempio la chiusura del Box 3 per il prelievo di sangue. La rassicurazione è che molti e ben più grandi efficientamenti saranno attivati per il Casentino, ma nel concreto abbiamo un punto prelievi in meno su cui poter contare. Stessa cosa vale per la riduzione del servizio Cup. Chi spiega a tutte le persone anziane (sono la maggioranza in Casentino!) che il processo verrà digitalizzato e che quindi il servizio allo sportello, quello fatto da persone in carne ed ossa (per cui i sindacati hanno già espresso preoccupazioni) potrebbe essere ridotto?
Dottoressa De Luca, un’ultima domanda. In relazione alla riduzione del servizio Cup, che cosa può dirci? «La progressiva riduzione del servizio dei Cup sta avvenendo parallelamente ad una automazione e digitalizzazione del servizio stesso; ci sono altri strumenti già partiti e attivi che sostituiranno quello fornito dai centri di prenotazione (ogni decisione in merito è stata attualmente sospesa dopo un incontro con la Regione Toscana, ndr). Per quanto riguarda i lavoratori e le lavoratrici che, ricordo, non sono dipendenti Asl, ma di aziende esterne a cui la Asl ha affidato il servizio Cup, sarà compito di quelle aziende esterne reimpiegarli dove venga meno la richiesta di servizio da parte dell’Azienda.»