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mercoledì, 15 Gennaio 2025

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Siamo a… cavallo!

Correva l’anno 2012 e a Bibbiena fu lanciata una interessante iniziativa: “Progetto Bibbiena non è soltanto una visione di insieme, ma è soprattutto una sorta di amore tra il paese, il suo tessuto commerciale e un gruppo di artisti che metteranno a disposizione le loro opere in ferro battuto per rendere più interessante il paese al fine di creare una sorta di itinerario turistico, un percorso di arte, cultura e shopping per rilanciare il centro storico. Il punto di partenza di questo importante programma è stato l’incontro con alcuni maestri di arte fabbrile (Claudio Bottero, Roberto Magni, Roberto Giordani, Jadran & Martino Stenico) che, grazie alle loro capacità artistiche cercheranno di portare a nuovo splendore le vie del centro storico il quale sarà, a piccoli ma incessanti passi, allestito e abbellito con opere di arredo urbano. Il progetto andrà avanti anche con l’arrivo dell’impianto delle scale mobili…” si leggeva in un articolo dedicato di CASENTINO2000 del luglio di quell’anno.

Gli artisti del ferro nominati, da sempre apprezzati protagonisti della Biennale di Stia, realizzarono una panchina, un cestino-fioriera e un cavallo, tutti in ferro battuto. Vere e proprie opere d’arte fabbrile destinate ad abbellire l’ingresso del paese, in prossimità delle scale mobili future. Le opere furono pagate dalla Confcomercio e dai commercianti dll’Associazione Centro Storico di Bibbiena per una cifra intorno ai 12.000 euro e poi donate al Comune, Sindaco di allora Bernardini.

Tutto bene quindi? Neanche per sogno, come spesso accadde, dopo le inaugurazioni (vedi foto) e le giornalate di rito, tutto è caduto nel dimenticatoio e anche queste opere d’arte, come in tanti altri casi, sono state abbandonate dal Comune nel più triste degrado e squallore. Nelle foto sotto potete vedere come sono ridotte oggi quelle opere… Sempre in quell’articolo si leggeva ancora in merito al citato Progetto Bibbiena: “Volontà e speranza per il futuro, dunque, per far si che il centro cittadino torni ad essere il perno della vita commerciale, amministrativa, culturale e sociale”. Guardando queste foto, c’è ben poco da sperare…

Il Badalischio

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