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giovedì, 18 Aprile 2024

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Disabilità e sport, si può!

di Martina Naccarato – Questo mese all’interno della rubrica Volare senza ali parliamo di sport e nello specifico come questo possa diventare un importantissimo strumento d’inclusione per le persone con disabilità in una società come la nostra, che purtroppo, è ancora piena di paure, pregiudizi e stereotipi che riguardano non solo l’handicap, ma anche la “diversità” in generale. È ormai noto che le attività sportive sono da sempre un modo efficace per socializzare ed acquisire autostima e capacità di condividere esperienze con altri individui, in primis divertendosi; ma molto probabilmente, non tutti sanno che per i soggetti con difficoltà fisiche o psichiche, lo sport diventa forse uno dei modi migliori per evitare l’emarginazione. In cosa consiste esattamente il progetto “Lo sport per tutti”, portato avanti all’interno della palestra Body House di Bibbiena? Come e da cosa nasce l’idea di far approcciare persone con disabilità ad una palestra, e magari, anche ad un tipo di ginnastica inizialmente pensata per individui cosiddetti normodotati?

A risponderci è Andrea Della Ragione, titolare della Body House. «L’obiettivo principale di questo progetto al quale sono particolarmente affezionato è quello di dimostrare a persone cosiddette normodotate che chi ha un qualsiasi tipo di disabilità, non solo è uguale agli altri, ma addirittura, molto spesso ha “una marcia in più”, ovvero, tante passioni e tante ambizioni che gli permettono sia di apprezzare appieno anche le più piccole emozioni che la vita regala, che di affrontare le sfide di ogni giorno con gioia e tranquillità. L’iniziativa Lo sport per tutti nasce dall’attaccamento che io ed i miei collaboratori abbiamo per un ragazzo con disabilità che un giorno è venuto a farci visita nella nostra struttura. Mi auguro vivamente che questo progetto riesca a coinvolgere e quindi di conseguenza ad aiutare il maggior numero possibile di persone e credo che sia auspicabile, nonché necessario portarlo avanti per un lungo periodo di tempo.»

Le persone che partecipano a questa iniziativa hanno delle caratteristiche fisiche e/o caratteriali comuni?  «I ragazzi coinvolti nel progetto Lo sport per tutti non hanno caratteristiche fisiche e/o caratteriali che li accomunano, in quanto, ognuno di loro ha il proprio carattere, i propri punti di forza e le proprie debolezze, l’unica cosa che non manca all’interno del gruppo è la voglia di vivere, di sorridere e di condividere nuove esperienze e momenti di gioia con persone amiche in un ambiente diverso da quello in cui vivono di solito. Vero è però che abbiamo a che fare più con persone che presentano handicap fisici piuttosto che cognitivi.»

Quali sono esattamente le finalità di questo progetto? «Le finalità dell’iniziativa Lo sport per tutti sono essenzialmente tre, ovvero, la scoperta e la presa di confidenza con nuovi ambienti e nuove realtà, la socializzazione, e quindi di conseguenza, l’integrazione con gli altri, nello specifico, con tutti i frequentatori della nostra palestra.»
Gli utenti del centro diurno Tangram di Bibbiena trascorrono all’interno della struttura un’ora al mese durante la quale, come ci spiega Valentina: “prendono confidenza con le macchine e usano attrezzi come la bicicletta, poi effettuano dei percorsi volti a far acquisire loro alcune abilità motorie, il tutto sotto forma di gioco.”

Quali sono i benefici che l’istruttore trae da un’iniziativa del genere? Quali invece quelli che traggono i ragazzi che vi partecipano? «Gli istruttori vengono senza dubbio, “contagiati” dal meraviglioso sorriso e dalla sorprendente voglia di VIVERE (non a caso questo verbo è stato scritto in maiuscolo!) che trasmettono le persone con disabilità, che con normalità con tanta naturalezza, amano la vita e affrontano con forza ogni tipo di difficoltà e avversità, tanto che, talvolta, sembrano non capire come mai gli individui che si definiscono normali adorino “complicarsi l’esistenza”. Cosa dire invece dei partecipanti al progetto? Beh, pare proprio che frequentare una palestra “per tutti”, da un lato, li motivi moltissimo e dall’altro, li aiuti a comprendere l’importanza dello sport come strumento di socializzazione e d’integrazione.»

A nostro avviso, far di tutto perché i soggetti portatori di handicap vivano e frequentino più o meno quotidianamente ambienti pubblici e/o ricreativi pieni di persone che apparentemente non hanno nessun problema e nessuna difficoltà, ma che in realtà, hanno ciascuna i loro brutti pensieri, le loro insicurezze ed i loro problemi (che magari, pur essendo piccoli, sembrano irrisolvibili) è il primo vero grande passo per la “creazione” di una società in cui le caratteristiche individuali, e quindi di conseguenza, le sofferenze vengano viste come una ricchezza anziché come una mancanza.

(tratto da CASENTINO2000 | n. 280 | Marzo 2017)

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