di Mauro Meschini – Quando pensi di cambiare e poi ti accorgi che non è cambiato niente. Quando senti dire che bisogna ridurre la cementificazione, riutilizzare gli spazi ormai compromessi da interventi urbanistici, addirittura abbattere il costruito per restituire spazio al verde… quando ascolti tutto questo e poi vedi che, ogni volta, si sceglie di cancellare metri quadrati di verde. Quando vedi spuntare la rete rossa che delimita un cantiere e tu, pur vivendo o lavorando nei paraggi, non sai niente o poco di quello che verrà realizzato.
In queste ultime settimane forse in molti a Pratovecchio Stia si sono sentiti in queste situazioni percorrendo la rotonda che si trova all’ingresso del paese. Dove c’era l’erba e dei bellissimi alberi, adesso possiamo vedere, delimitata da una recinzione, una fossa in cui è stato realizzato un basamento di cemento. Qui, prima l’Amministrazione Caleri e poi quella Santini, hanno previsto e voluto che sorgesse la nuova caserma dei Vigili del Fuoco di Pratovecchio. In quella zona ci è stato detto che da tempo sarebbe stato richiesto che fossero realizzati alcuni parcheggi, che avrebbero potuto essere importanti per le attività produttive presenti in quell’area, ma non è stato possibile vedere la loro realizzazione e le richieste sono cadute nel vuoto.
Qualsiasi siano stati i motivi per non intervenire in quella direzione evidentemente sono stati superati e per andare a edificare qualcosa che è oggettivamente più impattante. Anche solo provando a immaginare quello che sorgerà su quella fossa di cemento viene naturale chiedere: ma era proprio necessario prevedere di costruire un cubo di cemento in quella posizione? Oltretutto, considerando che è in bella vista e chi arriva a Pratovecchio Stia si troverà davanti il retro della caserma che spunterà dal nulla, mentre l’ingresso sarà lungo via Enrico Mattei, di fronte agli altri edifici.
Naturalmente vogliamo subito sgombrare il campo da sterili possibili polemiche sul fatto che, dire questo, significa non volere la preziosa presenza dei VVFF a Pratovecchio. Intanto se qualcuno lo dicesse saprebbe di affermare il falso, perché nessuno mette in discussione l’importanza di avere questa importante risorsa per il paese e l’intero territorio casentinese. Qui si pone l’accento sul perché si è scelto di occupare uno spazio verde e comunque uno spazio che esteticamente e logisticamente ci sembra davvero non offra la possibilità di avere un brillante risultato. Sarebbe poi stato interessante avere informazioni anche sul destino dei metri cubi dell’attuale caserma, quella che sarà lasciata libera, è stata venduta? Per fare che cosa? Il luogo dove sorge è sicuramente sensibile per la presenza di tante abitazioni, che cosa si potrà realizzare?
Oppure si sceglierà di creare in quell’area uno spazio libero da costruzioni? Non sono poche le domande che l’intera operazione stimola, alcune considerazioni su questo ingombrante progetto sono state pubblicate in un post su Facebook lo scorso 19 agosto da Saverio Agostini nelle pagine della Lista «Per Pratovecchio Stia». «…In queste ultime settimane siamo stati contattati dagli artigiani che hanno la loro attività produttiva nella zona PIP di Pratovecchio. Ci hanno contattato per la questione della nuova caserma dei Vigili del Fuoco, caserma che sarà costruita nell’area adesso delimitata da una recinzione arancione. Siamo andati sul posto ed abbiamo parlato con loro. Gli abbiamo mostrato il progetto della nuova caserma (e siamo stati i primi ad averlo fatto…). Gli abbiamo mostrato anche gli atti che si sono susseguiti nel tempo, dal cambio di destinazione urbanistica della zona, all’approvazione del progetto esecutivo ed abbiamo scoperto che nessuna Amministrazione ha fatto con loro un incontro per informarli, confrontarsi e spiegargli le motivazioni di queste scelte. Noi non gli abbiamo promesso «quasi niente».
Non siamo, ovviamente, nelle condizioni per fare promesse e soprattutto riteniamo che a questo punto della procedura, con il progetto esecutivo approvato e con l’affidamento dei lavori ad una impresa, sia poco verosimile pensare di poter influire nelle scelte dell’Amministrazione e provare a mettere un limite al consumo del suolo. Il «quasi niente» che abbiamo promesso è quello di impegnarsi affinché siano prese in considerazione alcune loro richieste. La prima è che sia realizzato un parcheggio che permetta di risolvere il problema degli spazi per le auto che da anni crea difficoltà nella zona: ci hanno detto che lo hanno chiesto più volte, ma la loro richiesta non è mai stata accolta.
Abbiamo poi promesso che ci faremo parte diligente per chiedere che l’Amministrazione destini delle risorse proprie per migliorare l’aspetto estetico e architettonico dell’immobile: siamo all’ingresso del paese e riteniamo che sia importante avere una costruzione che, nei limiti del possibile, si presenti bene esteticamente e che sia impattante il meno possibile. Al momento, infatti, è previsto che sia alta 6 metri nella parte per il ricovero degli automezzi e 8 metri nella parte amministrativa. Abbiamo, infine, promesso che chiederemo all’Amministrazione di rispettare l’impegno preso dal Sindaco direttamente con gli artigiani e cioè l’impegno a «ridurre di qualche metro» l’altezza della caserma…».

Purtroppo e probabilmente non ci sono i tempi per fare niente, forse qualche piccolo miglioramento potrà essere ottenuto, ma nel complesso temiamo che, una volta terminata, questa costruzione non offrirà e non rappresenterà una bella cartolina di benvenuto. Come si dice in questi casi: speriamo sia l’ultima volta che accade. L’ultima volta che viene occupato spazio verde, prezioso e insostituibile anche in un territorio come il nostro. Anche se siamo convinti che sperare non basta, ma che occorra agire ed essere presenti e attivi perché siano fatte scelte diverse.
Prima di concludere ancora qualche considerazione presente nel post di Saverio Agostini in cui abbiamo ritrovato gran parte del pensiero che ci siamo permessi di esprimere il mese scorso, nell’articolo in cui abbiamo presentato la sciagurata idea di realizzare, questa volta a Stia, un parcheggio in un’area a elevato rischio idrogeologico.
«… Ci sembra importante cogliere questa occasione per una valutazione sul metodo con il quale si amministra. Quando si costruiscono opere che andranno a modificare stabilmente e sensibilmente il nostro territorio (la prossima sarà il capannone dentro al Kauzen Stadium), riteniamo che sia importante che una Amministrazione informi i cittadini, si confronti con loro e poi decida. Noi pensiamo che l’informazione, l’ascolto e il confronto siano la base di una buona Amministrazione e purtroppo dobbiamo rilevare che queste doti mancano alla nostra Amministrazione».


