Il Consiglio regionale (anzi il PD presente in Consiglio regionale) da l’ok al referendum per la fusione tra Bibbiena e Ortignano Raggiolo, referendum che probabilmente si terrà in ottobre. A nulla sono valsi gli appelli inviati da più parti per fermare questa operazione fatta a soli scopi personalistici e di “poltrona”. E, come volevasi dimostrare, con buona pace della presidente Calbi, il Consiglio regionale targato PD in sostanza non ha preso in minima considerazione il documento dell’Unione dei Comuni, né la volontà avversa di tanti Sindaci casentinesi. A breve dovrebbe tenersi la prima riunione pubblica del costituendo Comitato del NO di Bibbiena.
“Siete favorevoli alla proposta di istituire il comune di Bibbiena Ortignano Raggiolo per fusione dei comuni di Bibbiena e di Ortignano Raggiolo?”. Sarà questo il quesito referendario al quale i cittadini interessati dovranno rispondere, in seguito alla decisione del Consiglio regionale di dare corso alla consultazione. Lo ha precisato il presidente della commissione Affari istituzionali, Giacomo Bugliani (Pd), illustrando in aula il lavoro svolto in fase istruttoria. Il presidente Bugliani ha ricordato che la delibera del consiglio comunale di Bibbiena, Comune con oltre dodicimila abitanti a fronte degli ottocento di Ortignano Raggiolo, prevede espressamente che la fusione vada a buon fine solo se si raggiunge la maggioranza in entrambi i comuni. “Non è possibile inserire questo nel quesito referendario – ha aggiunto – Per questo la deliberazione sul quesito referendario sarà accompagnata da un ordine del giorno, firmato da Leonardo Marras”.
E’ stato proprio il capogruppo Pd ad illustrarlo in aula, precisando che si tratta dello stesso testo dell’ordine del giorno approvato per il referendum di fusione tra Torrita di Siena. Il Consiglio, nel pieno rispetto delle sue prerogative, terrà conto della volontà dei cittadini e dell’orientamento dei consigli comunali. “Il Casentino si rivela un’area molto vivace, ma con le idee non molto chiare – ha affermato il capogruppo Pd – Ci sono state molte iniziative referendarie, fra loro anche confliggenti. Quando si chiede ai cittadini di esprimersi, si producono lacerazioni nella comunità. Per questo è giusto guardare a questa iniziativa con la delicatezza del caso”.
“La normativa ha bisogno di una revisione – ha rilevato Paolo Marcheschi (Fratelli d’Italia) -. Ho l’impressione che molte iniziative siano dettate da motivi elettorali più che dai bisogni delle comunità“. Per questo ha annunciato voto di astensione.
“In questi processi è fondamentale la partecipazione, che non sempre viene garantita – ha sottolineato Marco Casucci (Lega) – Occorre poi una maggioranza in tutti i comuni interessati, mentre la formula dell’ordine del giorno è un po’ fumosa, forse dovuta alla litigiosità del Pd”. Per questo ha annunciato voto di astensione.
Il voto di astensione è stato annunciato anche da Gabriele Bianchi (M5s).
“Sarebbe necessario e utile avere dei criteri oggettivi e verificabili per valutare la partecipazione – ha affermato Tommaso Fattori (Si -Toscana a sinistra), ribadendo la necessità di una maggioranza favorevole in ciascun Comune coinvolto – La partecipazione è un elemento fondamentale”.