di Cristina Li – In una società annientata dal dominio della quotidianità ludica anziché impegnata, curiosa, pensatrice, nella quale l’interesse della massa nei confronti della realtà circostante è labile (se non assente) al punto tale da annullare, spesso e volentieri, il valore contenutistico del confronto d’idee, quello di presentare menti propositive e progetti performanti è un momento di autentica rassicurazione circa il genere umano.
Nicolò Boschetti (Rovigo), Elia Gelati (Poppi) e Daniele Conversa (Bari): questi i nomi delle tre giovani (nella foto) menti da cui è nata l’idea, un anno fa, di dar forma a uno spazio virtuale, in cui parlare della dimensione politica e delle sue diramazioni nel contesto sia nazionale sia internazionale, come punto di partenza da cui lanciare un primo input e accogliere, così, virtuali e reali riscontri da parte di lettori di tutte le età.
Come nasce questa vostra idea? Come possiamo definire ciò che fate, ciò che siete, ciò che “The Subway Wall” è?
«Ci siamo conosciuti fra i banchi universitari e, davanti al bancone di un pub, abbiamo deciso di trasformare la nostra amicizia in una concreta collaborazione circa un tema che molti giovani, oggi, vedono come una realtà lontana. In quanto studenti presso la Facoltà di Scienze Internazionali e Diplomatiche di Forlì, abbiamo sentito la necessità di parlare e discutere di ciò che ci circonda e che studiamo, provando a vincere la diffusa indifferenza nei confronti della politica e del domani. “The Subway Wall” è un progetto di analisi e confronto, tuttora in divenire. Il nome è tratto dal verso della canzone di Simon&Garfunkel, “The Sound of Silence”: “the words of the prophets are written on the subway walls”. È una vecchia canzone che coglie l’oggi, fatto di parole non ascoltate e non lette, che però indica dove andare a leggere: sui muri della metropolitana. Noi non siamo profeti, ma abbiamo ricominciato a scrivere su quei muri, sperando che qualche passante vi si soffermi».
Quali sono i temi trattati e chi se ne occupa?
«Il progetto è animato da una redazione composta da più di una dozzina di autori, principalmente studenti universitari, provenienti da tutta Italia. Il nostro numero e la nostra diffusione sul territorio ci consentono di avvicinarci a un elevato numero di persone, presupposto fondamentale per il raggiungimento del nostro intento. All’interno del sito, abbiamo dato forma ad alcune rubriche: “Amara terra nostra” tratta di politica interna e vorrebbe rispecchiare l’amarezza che, spesso, si prova nell’osservare molte dinamiche politiche nostrane; “Popoli e Terre” tratta di politica internazionale ed è divisa per aree geografiche; “Romanzo Capitale” racchiude due diverse serie di racconti, dalla penna della nostra collega Francesca Taurisano, incentrati sulle immaginarie vicissitudini di Virginia Raggi e di un fittizio candidato del PD; “Soffia Ancora” è una disincantata osservazione dell’agonia della Sinistra attuale e, allo stesso tempo, un tentativo di scorgere, tra le sue rovine, un nuovo inizio. Infine, una raccolta di testimonianze sul campo di Ventimiglia, città al centro del fenomeno migratorio di questi anni, portateci dal nostro collega Lorenzo Balbo, in collaborazione con il gruppo Reticolo Zero.
Il nostro gruppo di autori, ormai amici, è la dimostrazione che il nostro obiettivo non è irraggiungibile, che non vi è una progressiva e irrecuperabile perdita di menti potenzialmente capaci di informarsi e di avere un’idea, perché di giovani che hanno voglia di confrontarsi ce ne sono forse più di quanto possa sembrare».
Qual è il feedback dei lettori?
«Dopo nemmeno un anno di attività, siamo felici di vedere un raggiungimento mensile di migliaia di lettori. Dagli interventi sia sul sito sia sui social (Facebook e Instagram), notiamo con piacere che il numero di persone che partecipano al dibattito che stiamo provando a incentivare aumentano sempre di più. Essendo la redazione composta per la maggior parte da studenti universitari, è inevitabile che la parte più consistente del pubblico cui ci rivolgiamo sia quella dei nostri coetanei, ma questo è solo un punto di partenza per il raggiungimento di un pubblico sempre più vasto e di tutte le età. Per questo motivo, organizziamo anche eventi e incontri aperti a tutta la cittadinanza, perché il nostro lavoro non si ferma al mondo virtuale, bensì è volutamente portato anche al di fuori di esso, per cercare uno scambio umano, alla luce del sole».
Per concludere, mi rivolgo a Elia, poiché casentinese: qual è la tua opinione circa la situazione politico-amministrativa della nostra vallata e il riscontro pratico che ne deriva?
«A un anno dalle elezioni comunali che vedranno interessato anche il mio paese, Poppi, la situazione non sorride a nessuno. Le politiche del 2018 ci hanno insegnato che neanche le “regioni rosse” sono al sicuro. Credo che, come nel resto del Paese, il panorama sociale e politico del Casentino stia lentamente cambiando: ne è testimonianza l’alto numero di voti raggiunto dai Cinque Stelle e dalla Lega. Gli effetti della globalizzazione e di una ricerca del lavoro a basso costo incidono sull’economia della valle, favoriti dall’incapacità della politica locale di rispondere alle esigenze di rinnovamento: l’insufficiente sistema della viabilità casentinese ne è l’esempio più lampante. I tagli continui alla sanità da parte della Regione non hanno certo aiutato a ingraziarsi il voto di chi si è ritrovato un ospedale dai servizi ridotti all’osso. Da questo punto di vista, credo che il risultato sia scontato: quando l’offerta politica è stata capace di incanalare la rabbia di chi aveva perso il lavoro o degli imprenditori sempre meno tutelati, i votanti hanno deviato verso il cambiamento. Ha sicuramente contribuito lo scandalo di Banca Etruria, goccia che ha fatto traboccare il vaso di un elettorato ormai già in parte deluso. Alle prossime comunali, è necessario che quelle che sono la vecchia e la nuova Sinistra si ricompattino nelle strade, nelle piazze, nei mercati: mischiarsi tra i casentinesi e capirne le esigenze, risolvere la questione lavorativa e battere i pugni in Regione contro i tagli sulla sanità. Soltanto così ci sarà la possibilità di costruire un movimento autentico che lavori PER le persone».
(tratto da CASENTINO2000 | n. 293 | Aprile 2018)