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lunedì, 2 Dicembre 2024

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Spartaco, figlio del vento

di Nadia Guidotti – Libero. Lo immagino leggero rincorrere le nuvole del cielo, mentre il cuore nostro un’altra crepa ha messo su. Aveva sembianze di Setter, ma son quasi sicura fosse figlio del Vento, solo con troppa paura dentro agli occhi immensi. Occhi che hanno dovuto patire, occhi che han saputo anche capire, e a modo loro davvero tanto amare. Occhi che non possiamo scordare.

Una boccata d’aria tenera, se solo lo si lasciava essere chi era. Ed era tutto, era famiglia. Era Spartaco, era vita tra le più belle e preziose che si possano incontrare. L’animale uomo lo aveva reso fobico, lo aveva annientato, ridotto a respiro nei giorni di pioggia e temporali. Per sette anni quell’animale uomo lo abbiamo maledetto noi con lui.

E per sette anni ci siamo mangiati la pancia nel vederlo vittima dei suoi fantasmi, eppure amarlo era l’unica cosa che potevamo fare. E potevamo aprirgli sorridendo il cancello, vederlo precipitarsi nel bosco battere ogni record di velocità. E potevamo chiedergli ancora di saltare nell’acqua, e timidamente avvicinarsi alla nostra mano per prendere biscotti.

E potevamo accogliere la sua vulnerabilità, renderla luce, rispettarla e ripagarla. Amico di tutti, compagno di fughe nel recinto, padrone di dolcezza. Un anno fa lo cercavamo per montagne, libero lo era davvero, e all’alba e all’imbrunire inseguivamo le sue tracce per saperlo al sicuro. Aveva trovato una famiglia degna di lui, ma la sua paura è stata più forte: era scappato, eravamo disperati, turni di ore per lasciare acqua e cibo, per cogliere immagini dalle foto trappole. Mezzo Casentino si era mosso per aiutarci, mentre lui stava soltanto tornando verso il canile, che la sua casa almeno lo era già.

Mai, vi giuro mai, potrò scordare quella sera in un posto sperduto di campagna, quando bastò chiamarlo per vederlo avvicinare, mangiare la mortadella che avevamo preso per lui, girarci intorno con una fierezza di sguardo e di coraggio che mai prima gli avevo visto indossare.

Come a dirci: “Avete visto che bellezza?!” Era libero Spartaco, ma non dal suo dolore. E mai, vi giuro mai, mi scorderò il primo tuffo che gli ho visto rifare in piscina dopo questa sua enorme avventura. Ridevo con lui, mi sembrava di averlo finalmente capito fino in fondo. Era Spartaco, ed era davvero una forza della natura. Di una delicatezza che faceva male al cuore, di una dolcezza nascosta che tutto te lo curava.

Poi, veloce come lo era sempre stato, una malattia se lo è portato via. E le lacrime non sono più bastate, con lui se ne è andata un’altra immensa parte di chi siamo. Svuotati, di una tristezza senza fine, grati senza misura di averlo avuto compagno d’amore. Era Spartaco, lo resterà per sempre. Soffia sempre il vento, da quando non c’è più.

Canile intercomunale di San Piero in Frassino http://canilicasentino.blogspot.com Per info: 347.5421554 – orario di apertura al pubblico: Sab. e Dom. dalle 10,00 alle 12.00

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