di Elisa Fioriti – A Strada una mostra permanente dedicata a San Francesco, tante opere in pietra e non solo… “La vocazione del custodire non riguarda solamente noi cristiani, ha una dimensione che precede e che è semplicemente umana, riguarda tutti. È il custodire l’intero creato, la bellezza del creato” spiegava Papa Francesco nella sua prima omelia, citando il testo della Genesi e l’esempio del Santo d’Assisi da cui ha preso il nome: “è l’avere rispetto per ogni creatura di Dio e per l’ambiente in cui viviamo”. Tale è lo spirito che pare animare la mostra d’arte (non solo) scultorea, allestita, pietra su pietra, nella Galleria espositiva di via Roma a Strada in Casentino, secondo un progetto fortemente voluto dall’Amministrazione di Paolo Agostini, con il vicesindaco Antonio Fani e l’assessore ai lavori pubblici Mario Forciniti in prima linea per la valorizzazione del territorio, di ricchezze cadute troppo a lungo in oblio…
«Da quando il Museo della pietra lavorata ha trovato degna sede nell’ex Collegio dei Salesiani, restaurato, questa Sala, prima proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, è stata utilizzata come deposito per le associazioni o d’appoggio per eventi locali, finché non siamo intervenuti ripulendo e riorganizzandone lo spazio da destinare a un’esposizione permanente di opere su San Francesco, al quale avremmo intitolato la Galleria», afferma il vicesindaco Fani. Precisando: «La paternità dell’idea spetta ai fratelli Gerini della ditta GEPA, che avevano realizzato gratuitamente i cavalletti in ferro, col contributo sempre volontario di altri per la saldatura e le rifiniture, un sistema pratico, atto a dar sostegno alle sculture in pietra e ad agevolarne lo spostamento durante le mostre itineranti di cui sono state oggetto».
E sapeste quanto hanno viaggiato! Un cammino avventuroso, irto di peripezie, ripercorribile in ogni tappa grazie ai ricordi, vividi, intensi, di “un vecchio alpino” (che preferisce farsi chiamare così) È stato lui a occuparsi della raccolta delle opere: «Benché abbia prestato servizio in Alto Adige, poi a Firenze, sono nativo di qui. L’arte della lavorazione della pietra è iscritta, anzi scolpita nella tradizione del paese, profittando delle risorse disponibili: le antiche cave. La Biennale della Pietra, un tempo a cadenza annuale, radunava a Castel San Niccolò scultori e scalpellini dall’Italia e dall’estero che mettevano in piazza il loro talento, sugli stand le opere da ammirare, acquistare, aprendo le trattative di qualche commissione. Studi storici e repertori fotografici testimoniano l’importanza che questa mostra-mercato rivestiva per la società casentinese. S’instauravano contatti, nascevano amicizie… fruttuose amicizie: portano la firma di amici artisti le sculture raffiguranti le stazioni della Via Crucis lungo il viale delle Rimembranze verso la Pieve di San Martino a Vado, quattordici blocchi di pietra 60x80x6 che mi mandarono certi amici scalpellini forlivesi, di Alfero. Presso l’altare della Pieve, invece, scorgerete una scultura in marmo, la Resurrezione, del Caposezione Restauro del Duomo di Firenze.
E d’intesa con Giannetto Giannotti, allora presidente del Comitato promotore della Biennale, dopo il terremoto che devastò le provincie umbre e marchigiane negli anni ’90, abbiamo lanciato ai partecipanti delle edizioni che si sono susseguite la proposta di una creazione dedicata alla figura del Santo d’Assisi, una personale interpretazione del messaggio francescano. Feci delle ricerche: lettere, telefonate, viaggi dalla Verna a Fiesole, in Umbria, per raccogliere materiali, documenti e immagini, che offrissero spunto agli artisti. Il tempo passava, e sono andate accumulandosi centoventisei magnifiche sculture!
Ma come disporne, come custodirle? Dove? Presi vari contatti, tutto a mie spese, informando addirittura il Vaticano di questa collezione: sculture in pietra serena (la maggior parte), travertino, marmo, albastro, ceramica, terracotta, legno, dipinti anche, una commistione di tecniche e tendenze, stili classici, moderni, avanguardistici… destando notevole interesse, più che dentro, fuori la vallata. Così le opere sono confluite in una mostra itinerante che, pellegrina, ha girato Roma, Arezzo, Firenze, Pisa, la Verna, Assisi, San Quirico d’Orcia, Montevarchi, oltrepassando i confini nazionali per raggiungere la Basilica francescana di Cracovia, in Polonia. Restava l’annoso problema del deposito: qua nessuno voleva accollarsi le sculture! Affranto, mi sono rivolto ai Frati d’Assisi, ben propensi a collaborare: dall’oggi al domani ne caricai in un camion una sessantina tra le più belle, tuttora ammirabili negli spazi della Basilica Inferiore che ospitano i convegni interreligiosi. Le restanti abbiamo dovuto ammassarle nella corte riparata di proprietà comunale, al Collegio salesiano, sottoposte all’usura del tempo. Immaginate con che soddisfazione ho passato il testimone a questa Amministrazione, sensibile alla problematica, cedendo la collezione con l’impegno, tassativo, di ricollocarla e preservarla, per restituirla alla comunità, presentarla ai visitatori, ai turisti, affinché tutti ne fruissero e ne godessero lo straordinario splendore».
«Appena esaminai i locali di via Roma, opere e materiali ancora alla rinfusa, ho sentito dentro l’ispirazione». Racconta l’architetto Alessandro Moroni, incaricato di curare l’assetto della Galleria Frate Francesco, inaugurata lo scorso 10 aprile (per l’occasione Campeggi ha realizzato uno schizzo in estemporanea, in mostra con un suo dipinto), secondo un progetto concretizzatosi in un paio di mesi.
«Di là dalle simbologie, ho scelto per le pareti un tono di verde che esaltasse il colore della pietra naturale, guidando lo sguardo degli spettatori sulle sculture nel complesso, unite nella diversità, rispetto alla tinta bianca, un po’ abbagliante, indicata, suggerisce la museografia moderna, a far di un’unica opera il fulcro dell’esposizione. I cavalletti con le sculture, neri, disposti non parallelamente alla parete ma inclinati, presto poggeranno su un basamento di 10 cm, nero anch’esso, innalzandole dal pavimento, che non è stato rifatto. Aggiungeremo accenti di luce tramite un binario di faretti. Di fianco al soppalco, chiuso all’accesso, vi è una nicchia ad accogliere, mettendola in sicurezza, la scultura Sasso spicco – Passaggio fisico spirituale di Francesco. La nicchia dà un colpo di colore all’ambiente col suo fondo arancione che riecheggia, accanto al verde, i colori del nostro territorio, isola di pace immersa nella natura eletta dal Santo d’Assisi, e quel panno casentino che il mondo ci stima. Appenderemo al pilastro centrale che divide la Galleria insieme a un pannello espositivo che struttura la visita in un percorso, un cammino, corredato di cartellini informativi ed esplicativi, un possente crocifisso ligneo, melo e noce, legno secco, stagionato con cui l’artista ha voluto rappresentare Colui che tutto ha creato. Difatti il crocifisso non sarà in verticale, ma protenderà dall’alto verso l’osservatore, in un salvifico abbraccio».
Commenta il vicesindaco Fani: «La Galleria Frate Francesco è stata pensata come luogo di cultura e di condivisione: le sculture e i dipinti di cui ringraziamo sentitamente il vecchio alpino fungeranno da cornice fissa, stabile, sia per mostre estemporanee (l’architetto Moroni ha pure contemplato la possibilità di apporre ulteriori quadri a dei ganci alle pareti), sia per eventi e incontri di vario tipo, col coinvolgimento delle realtà locali. Il paese ha accolto molto positivamente l’iniziativa, ciascuno offrendo un prezioso contributo».
«Sì, – dice Moroni, evidenziando quello femminile – dalle tende per le finestre confezionate dalle abitanti di qui, alla disponibilità della fioraia dirimpetto a custodire le chiavi per l’apertura flessibile della sala, visitabile di mattina e pomeriggio».
«Durante la stagione estiva, dopocena e su appuntamento – completa il vicesindaco – tenuto conto dell’affluenza di persone e turisti, anche stranieri, nel centro storico. La gestione della Galleria verrà affidata al personale volontario iscritto nell’albo che il Comune di Castel San Niccolò ha costituito (il modulo d’iscrizione è reperibile online nel sito istituzionale), innovando le modalità di svolgimento di servizi a beneficio della collettività».
Non resta che seguire la strada, a Strada, sulle orme di Francesco.
(tratto da CASENTINO2000 | n. 272 | Luglio 2016)