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martedì, 10 Dicembre 2024

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I lombrichi, i primi aratori della storia

di Marco Roselli – Quando il mondo non era soggiogato dalla tecnologia e i ragazzi trascorrevano gran parte della loro giornata in campagna, il rapporto con la terra era costante. Chi non ha mai scavato buche o fossati per improvvisare fortilizi oppure canali dove far scorrere l’acqua? Chi non ha mai rovistato nell’orto alla ricerca dei lombrichi? Nessuno temeva questi anellidi, anzi, facevano parte del divertimento quotidiano. C’era chi se li portava in giro in sacchetti di stoffa o nelle tasche dei pantaloni, chi si trastullava ammassandoli l’uno sull’altro per poi vederli scomparire ostinatamente sottoterra, nel loro ambiente naturale.

Come vivono i lombrichi Nonostante la modernità tenda sempre di più a marginalizzare la natura, dando per scontato che i boschi ci siano, il cibo lo stesso (e se non dovessimo più vederli ci penserà Amazon), il lombrico resta un organismo di cui tutti hanno almeno una nozione, ma sappiamo veramente cosa fanno per noi questi incredibili animali? I lombrichi ingeriscono grandi quantità di suolo (geofagia) in modo da trarre nutrimento dai residui organici presenti nel terreno; questi organismi non sono dotati di un sistema respiratorio infatti, respirano filtrando l’aria dal suolo. Durante la pioggia, quando i tunnel nel terreno si riempiono di acqua, i lombrichi escono in superficie per non affogare. Alcune specie (es. Lumbricus rubellus) vivono nello strato più superficiale del suolo, mentre altre (Lumbricus terrestris) scavano gallerie semi-verticali profonde da alcuni decimetri a oltre due metri, nelle quali trascinano detriti organici dalla superficie per nutrirsene. Queste ultime specie tendono ad avere dimensioni maggiori e producono gallerie permanenti, le quali favoriscono i movimenti idrici nel suolo. Se non intervengono perturbazioni, possono mantenersi intatte per anni anche in assenza di un lombrico residente. Incorporando materiale organico nel suolo, sminuzzandolo e accelerandone la degradazione da parte di organismi più piccoli, questi invertebrati contribuiscono ai processi di decomposizione e favoriscono la stabilizzazione della sostanza organica con le loro attività di scavo e la produzione di aggregati stabili.

Importanza ecologica e nuove acquisizioni sui lombrichi I lombrichi hanno un ruolo essenziale nella catena produttiva alimentare mondiale, contribuendo in modo significativo alle rese agricole di cereali e legumi. Lo sostiene uno studio della Colorado State University pubblicato recentemente sulla rivista Nature Communications. L’indagine ha evidenziato l’importanza di questi organismi il cui ruolo negli equilibri biologici del terreno è da tempo oggetto di studi. “Questo è il primo tentativo da parte di un gruppo di ricercatori di esaminare un componente della biodiversità del suolo, quantificandone il valore su scala globale”, ha dichiarato Steven Fonte, docente di ecologia degli agro-ecosistemi presso il Department of Soil and Crop Sciences dell’ateneo USA e principale autore della ricerca.

Il contributo dei lombrichi alla produzione alimentare globale I lombrichi, sottolineano gli autori, aiutano a creare terreni sani sostenendo la crescita delle piante in diversi modi. Tra questi vi sono la costruzione di una buona struttura del suolo; il sostegno alla cattura dell’acqua e il contributo alla trasformazione della materia organica che rende i nutrienti maggiormente disponibili per le piante. Inoltre, alcune ricerche hanno dimostrato come i lombrichi possano facilitare la produzione di fitormoni che favoriscono la crescita dei vegetali proteggendoli dai comuni agenti patogeni del suolo. In altre parole la presenza dei lombrichi stimola la produzione di ormoni vegetali in grado di rafforzare le difese immunitarie delle piante in modo da farle resistere meglio alle aggressioni da parte delle malattie. In questo modo, affermano alcune stime, questi piccoli esseri viventi possono far aumentare la produttività complessiva delle piante del 25% circa. A partire da questo dato, il gruppo dei ricercatori ha stimato il contributo dei lombrichi alla produzione alimentare globale analizzando diverse variabili, tra cui il livello della loro presenza, le proprietà del suolo, l’uso dei fertilizzanti e le rese produttive.

I lombrichi valgono 140 milioni di tonnellate di cibo I risultati raccolti al termine dell’indagine, si legge nella ricerca, “indicano che i lombrichi contribuiscono a circa il 6,5% della produzione globale di cereali (mais, riso, grano, orzo) e al 2,3% della produzione di legumi, pari a oltre 140 milioni di tonnellate annue”. Le implicazioni di questo fenomeno sono particolarmente significative e suggeriscono la necessità di scommettere su strategie agricole capaci di tutelare l’ecosistema e le sue proprietà. “I risultati suggeriscono che i lombrichi sono importanti motori della produzione alimentare globale e che gli investimenti in pratiche agroecologiche finalizzate a promuoverne la presenza (anche attraverso la tutela della biodiversità complessiva del suolo) potrebbero contribuire notevolmente al raggiungimento di obiettivi agricoli sostenibili”, affermano i ricercatori.

La biodiversità del suolo offre un sostegno alle colture Gli autori suggeriscono quindi di gestire i suoli in modo equilibrato, così da sfruttarne al meglio il potenziale. Il professor Fonte, in particolare, ricorda come i terreni i contengano circa la metà della biodiversità mondiale, un dato emerso dalle ricerche più recenti che hanno rivisto al rialzo le stime precedenti che si attestavano intorno al 25%. Lo studio dimostrerebbe quindi come una migliore gestione della biologia del suolo – laddove i lombrichi siano già presenti – possa favorire la crescita delle rese agricole riducendo la dipendenza dai prodotti agrochimici. A confermare quanto sopra riportato, da altre ricerche emergerebbe come nel Regno Unito l’impiego massiccio di fertilizzanti chimici unitamente a opere di drenaggio estensivo siano responsabili di una diminuzione dei lombrichi che oscilla tra il 33 e il 41% negli ultimi 25 anni.

«L’aratro è una delle più antiche e preziose scoperte dell’uomo; ma molto tempo prima che esso esistesse, la terra era comunque regolarmente arata e continua ad essere arata dai lombrichi. Dubito che altre creature animali abbiano giocato un ruolo così importante, come quello che hanno giocato queste umili ed organizzate creature.» Charles Darwin

Bibliografia Re Soil Foundation – (https://resoilfoundation.org/)

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