di Anselmo Fantoni – Le nonne si sa sono la quintessenza dell’amore, la donna da bruco diviene farfalla divenendo mamma, ma con la sua ultima metamorfosi, divenendo nonna, raggiunge lo stato di angelo. Questo mese presentiamo una ricetta dagli ingredienti semplici e preparata per nipoti e amici da una donna tosco romagnola che si è ritirata in un piccolo borgo delle nostre montagne seguendo il marito.
Capraia, piccolo gioiello architettonico nel Comune di Talla, è divenuto la sua dimora, il suo nido in cui figli, nipoti ed amici ogni tanto si recano per ricaricare le pile. Rita è romagnola dolcissima e con la simpatia tipica degli oltre appenninici, maestra in cucina, per rilassarsi dopo le feste ci consiglia un piatto della tradizione solo apparentemente semplice.
Tre gli ingredienti fondamentali: uova, che dovranno essere fresche e di galline felici, possibilmente prodotte da pollai piccoli e con animali allevati in grandi spazi; grana, e qui possiamo scegliere da quello di 12 mesi a quello di 48 mesi da vacche rosse, la differenza in questo caso sarà enorme; pan grattato, rigorosamente da pane comune con un buon bilanciamento tra crosta e mollica, un’arte saperlo fare.
Non possiamo poi prescindere da un brodo di eccellenza, meglio se misto tra carni vaccine e gallina vecchia, sgrassato ben bene. Ma i passatelli possiamo anche servirli in modo innovativo, ai cinque formaggi, o perché no al pesto di cavolo nero, qui la padronanza della tecnica dello chef è fondamentale. Buon appetito.
Ingredienti per 3 persone 2 uova 1 hg di grana 1 hg di pan grattato molto fine Sale e pepe q.b. Un pizzico di farina se l’impasto risulta troppo morbido. Preparazione Mescolare gli ingredienti formando un impasto omogeneo, far riposare almeno un’ora in frigo, meglio se viene preparato il giorno prima. Quando il brodo bolle prendete “e fèr”, il ferro in romagnolo e passate l’impasto gettandolo nella pentola, pochi minuti e voilà, il pranzo è servito, spolverate con abbondante grana e le Sante feste saranno ancora presenti.
VINO CONSIGLIATO Lambrusco di Sorbara Metodo Classico Brut Carezza Lambrusco di Modena DOC Secco Medici Ermete Piatto semplice questo mese, dai sapori delicati e decisi al tempo stesso, come sempre nei piatti semplici la qualità degli ingredienti deve essere eccellente. Le minestre non sempre hanno un grande appeal in tavola, sughi sfiziosi o preparazioni elaborate in forno vanno per la maggiore quando vogliamo abbuffarci in pranzi e cene luculliane, perché in Italia i primi piatti sono i re della tavola di cui la pasta ne è l’emblema. Per chi come i futuristi odia la pasta, i passatelli sono un’ottima alternativa, proteici e caldi abbinati a vini dinamici sostenuti dalla CO2, permettono un pasto sostanzioso e veloce che prepara il futurista al necessario slancio verso la tecnologia in movimento.
Abbinamento necessario col vino più futurista che abbiamo: il Lambrusco, foneticamente in linea col movimento. Dire lambrusco è addentrarsi in un vasto mare, tra cloni e prodotti per tutti i gusti, con vicende alterne, grazie alle sue bollicine, oggi il lambrusco vive una nuova stagione di successo, necessario per accompagnare alcuni piatti, arriva dove i bianche non possono e dove i rossi sovrasterebbero il cibo. Questo mese abbiamo scelto un brut da Lambrusco di Sorbara della Medici Ermete con 132 anni di storia oggi alla quinta generazione. Il vino si presenta con un rosa compatto e dal perlage ammaliante, donando profumi freschi di fragolina di bosco, ribes, lampone e pompelmo rosa.
Al palato un’esplosione ridente e simpatica di bollicine e freschezza con un retrogusto di melagrana. Ottimo l’abbinamento col piatto, complice di un boccone sostanzioso che costringono all’allegria, a volte, di solito col secondo piatto, potrebbe capitarvi di declamare qualche poesia dalla raccolta del Marinetti Zang Tumb Tumb, ma non preoccupatevi l’effetto svanirà con l’arrivo dei secondi piatti. I Medici, che nulla hanno a che vedere con i più famosi fiorentini, sono famiglia tenace e hanno da sempre spinto verso la qualità un vitigno non facile da vinificare che sconta una fama non sempre positiva, ma che grazie anche all’incessante impegno di vignaioli caparbi ci regala momenti di autentico piacere senza dover gustare piatti estremamente pesanti.
Cucina leggera e vino frizzante what else? In una vita troppo futurista, succube di velocità e tecnologia, alcuni vini hanno la magia di creare una slow motion che ci gira intorno, in fondo il vino è sempre stata una bevanda magica da sorseggiare in piccoli calici e sorseggiato con parsimonia, non come la birra da trangugiare in pinte. Se capitate a Reggio Emilia, oltre al doveroso pellegrinaggio a qualche caseificio, passate dalla famiglia Medici, obbligatoriamente con un’auto dal motore performante e sportivamente futurista, non resterete delusi.
Come sempre, stavolta ricordando gli strappi natalizi, moderazione per la nostra e altrui salute. Nec vincere possis flumina, si contra quam rapit unda nates.