di Fiorenzo Rossetti – Una natura così affascinante che vorremmo condividerla passo dopo passo. Raccontare agli amici con Whatsapp e social le esperienze che stiamo vivendo circondati da paesaggi sublimi e boschi dall’aria fiabesca. Indubbiamente quella della connessione in ogni luogo e ad ogni istante è una delle esigenze prioritarie dell’attuale società. Ogni luogo in cui non vi è “campo” viene associato (dai più) a territorio depresso e sottosviluppato, e (specialmente tra le giovani generazioni) vissuto come teatro di esperienza negativa.
Il Parco delle Foreste Casentinesi, per la sua conformazione orografica e la dotazione di punti di emissione di segnale cellulare, risulta essere un territorio dalle scarse possibilità di effettuare una chiamata telefonica o di consultare un sito web. Dall’esordio della tecnologia cellulare fino all’entrata a regime del sistema di comunicazione che ha rivoluzionato le nostre vite, questo territorio non ha visto significativi miglioramenti. Come detto, tutto ciò è dovuto alla struttura orografica composta da innumerevole strette valli e alla scarsità della componente infrastrutturale tecnologica a supporto.
Eppure, pianificando un trekking sulle Dolomiti, praticamente in qualsiasi luogo, a tutte le altitudini, valli o guglia vi è il giusto segnale per far funzionare perfettamente i nostri smartphone. Quindi le modalità per utilizzare i cellulari in luoghi montani ci sono. Un aspetto interessante è il fatto che i gestori della rete telefonica decidono di investire risorse per la costruzione di infrastrutture dedicate al funzionamento dei nostri apparati cellulari, principalmente, nei luoghi in cui si possono trovare in cospicuo numero i propri clienti. Le Dolomiti, dell’esempio precedente, rappresentano sicuramente un luogo molto frequentato da turisti (e quindi da clienti).
A riprova di tutto ciò, sulla riviera adriatica, nel periodo invernale, e comunque fuori dalla stagione balneare estiva, telefonare dalla spiaggia di località puramente turistiche, risulta non perfettamente possibile. Con questa logica che serpeggia tra gli operatori telefonici (e possessori di infrastrutture dedicate) il Parco delle Foreste Casentinesi non rappresenterebbe affatto un luogo quotato dal punto di vista turistico (e quindi di clienti) tale da giustificare il posizionamento di altre antenne per la comunicazione. In passato ricordo di amministratori locali e del Parco che provarono a dialogare con i gestori delle infrastrutture telefoniche, riportando però scarsi risultati.
Consultando infatti le mappe della copertura telefonica dei territori che costituiscono il Parco, si scopre che la copertura della rete dati arriva difficilmente al 5G nei paesi (più spesso la resa vera è 4G o peggio), ma allontanandosi anche di poco dai centri abitati, rimanendo sulle strade rotabili, il segnale s’indebolisce o si perde quasi immediatamente. Dipende anche molto dall’operatore scelto, e in effetti ci sono a volte anche differenze notevoli. Allontanandosi poi dalle strade rotabili, affrontando le centinaia di chilometri di sentieri, il dato di copertura rete diviene impreciso e comunque, per esperienza di tutti noi frequentatori del Parco, si riscontra una netta difficoltà di connessioni in diversi luoghi. Tale difficoltà di connessione si ripercuote poi sulla nostra sicurezza, in quanto i cellulari tendono a ricercare una rete all’infinito, scaricandoci la batteria del telefono.
La tecnologia comunque avanza e tra qualche anno avremo tutti smartphone con connessione satellitare. Parlando di turismo, quello che qualche amministratore del Parco ci ha messo davanti per dieci anni come mission prioritaria dell’area naturale protetta, le esigenze di questo settore sono intimamente associate alla presenza di connessione di rete dati nei luoghi di vacanza e nelle strutture ricettive frequentate.
L’insufficiente dotazione infrastrutturale per la comunicazione all’interno del Parco penalizza l’attività turistica. È un cane che si morde la coda: da un lato il dato di presenza turistica non entusiasma i gestori delle infrastrutture telefoniche e non li invoglia a spendere soldi per un potenziamento sul territorio, e dall’altro lato la mancanza di questa, oramai irrinunciabile, tecnologia crea una mancanza di servizio che pesa negativamente sull’attrattività turistica. Mettiamoci l’anima in pace e pensiamo agli effetti positivi di non avere connessione telefonica.
Frequentare il Parco, quindi, ci può far finalmente vedere zittiti questi diabolici ed invadenti smartphone. La vera connessione da rintracciare nei luoghi del Parco è quella con noi stessi, con i nostri affetti e con la magnifica natura che ci circonda. Per farlo l’importante è avere ben funzionante l’apparecchio di ricezione idoneo a tale scopo: accendete il cervello e attivate tutte le app dei sensi.
L’ALTRO PARCO Sguardi oltre il crinale di Fiorenzo Rossetti


