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martedì, 15 Ottobre 2024

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Poesia della foresta

testo e foto di Andrea Barghi Goaskim – E’ una parola dimenticata, sopraffatta da Denaro, materialismo, egoismo… e tanto altro. Possiamo rievocarla e, se siamo fortunati, incontrarla. Casentinesi&Romagnoli, hanno a portata di mano un mondo atavico. Le magiche foreste che rivestono il lembo dell’Appennino Tosco-Romagnolo da San Benedetto in Alpe al Santuario della Verna ne sono testimoni. Eppure, i loro abitanti, sembrano non accorgersi di quanta poesia racchiuda quella foresta.

In questo periodo, l’autunno sta elargendo a piene mani e con bontà, colori inusitati. Percorrendo la Giogana, che divide la Romagna dalla Toscana, in una tipica giornata di nebbia autunnale, d’improvviso potremo trovarci di fronte figure che infondono poesia; come questa femmina di capriolo nella faggeta che la costeggia. Per gli abitanti del versante toscano, c’è un luogo a portata di “gambe” che in questo periodo mostra la sua struggente armonia permettendoci di entrare nel magico mondo della poesia.

Camminando nel castagneto situato nella foresta di Camaldoli, è facile incontrare la comunità di daini che da oltre quaranta anni, abita quel luogo di silenzio. Come sempre, dipende da noi accorgersi dell’importanza di abbandonarsi a sensazioni intrise di poesia, che abitano nel nostro cuore; e mi auguro, non siano del tutto scomparse. Il silenzio, interrotto dal rumore dei ricci che cadono a terra aprendosi per donare i loro frutti a ungulati e umani, s’infrange come per incanto, investendoci di emozioni perdute che quel mondo affascinante e pieno di vita, ci dona.

Non possiamo certo dimenticare le faggete, che numerose, cospargono di colori inusitati i crinali. I Romagnoli possono invece, assaporare il fascino evocativo che la gibbosa schiena dell’antica foresta naturale integrale di Sassofratino, cosparsa di colori inusitati, offre loro, permettendo di assistere allo spettacolo che aceri e faggi, dispensano a chi sa “ascoltare” con occhi e cuore attenti. È inevitabile, chiunque, mi auguro, non può non accorgersi delle atmosfere che ogni autunno abitano quei luoghi e infondono pace.

I luoghi sono molti, se siamo capaci di visitarli con l’animo giusto ci renderanno partecipi delle meraviglie del creato. È una fortuna abitare tra quelle foreste, viverle e gioirne. Non per nulla si son meritate l’emblema di Parco nazionale, e il gioiello Sassofratino è diventato un sito UNESCO. Come sempre però, molto spesso non ci accorgiamo di quanto ci circonda, e aneliamo ad altri lidi.

I vasti spazi della Lapponia da me percorsi, fotografati, filmati e abitati per lunghi anni, sono qualcosa d’incredibile, ma, se vogliamo essere in intimità con noi stessi, forse, e ripeto forse, nelle foreste casentinesi è possibile. A una condizione… percorrere osservando in silenzio, luoghi rivestiti di afflato poetico che solo il vostro cuore, se puro, sa riconoscere.

L’autunno è la vostra occasione per riscoprire con stupore le innumerevoli sfaccettature di questa parte d’Appennino da secoli rivestita di poesia.

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