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mercoledì, 24 Aprile 2024

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La tempesta perfetta

di Marco Alterini – Mai avrei pensato, accingendomi, come spesso faccio in questo periodo, a fare un bilancio sull’ultimo mese del precedente anno e sul primo mese del 2022, quello dei saldi, di dover descrivere una situazione tanto drammatica e questo nonostante cerchi sempre di essere ottimista, cioè di vedere il bicchiere mezzo pieno.

Dopo un’estate ed un inizio autunno in cui sembrava che i consumi fossero ripartiti e le attività del commercio, della ristorazione e di tutti i pubblici esercizi, compresi quelli artigianali come parrucchieri, estetiste ecc., seppure a fatica, avessero ripreso un trend positivo, la variante Omicron ci ha riportato in piena pandemia creando, di fatto, un nuovo lockdown, con la gente che, anche se non costretta, tornava a chiudersi in casa per paura del contagio.

Durante le festività natalizie, in Casentino, le imprese del terziario che si erano preparate con quel poco di ottimismo derivante da un periodo estivo nel quale sembrava che le cose si mettessero per il meglio, non solo hanno subito la doccia fredda della ripresa significativa dei contagi, sopra descritta, ma hanno anche di nuovo assistito ad un fenomeno che si ripete negli ultimi anni, la tendenza della clientela ad abbandonare la vallata per altre mete, soprattutto il capoluogo di provincia, che anche quest’anno ha saputo allestire valide attrazioni nella sua zona commerciale.

Qui voglio aprire una parentesi sulla necessità del Casentino di avere una gestione comune, almeno in quella parte di vallata che va da Stia a Rassina, per quanto riguarda l’allestimento di un progetto unitario in grado di rendere i nostri centri commerciali più appetibili verso, almeno, quella clientela locale, che non dovrebbe aver necessità di acquistare in altre zone. Mi appello naturalmente alle nostre Amministrazioni che, invece di sottovalutare il problema, dovrebbero lavorare insieme in questa direzione, perché, come detto tante volte, salvare queste attività, anche nel nuovo anno molte non hanno riaperto, significa salvare i nostri centri storici e l’essenza stessa del Casentino. Devo anche dire che pure noi associazioni di categoria del settore, costretti a districarsi fra la necessità di risolvere gli innumerevoli problemi che la pandemia portava ai nostri iscritti, problemi che, appena credevi di aver risolto, venivano immediatamente sostituiti da quelli nuovi imposti da una situazione epidemiologica in continua evoluzione e la mancanza di risorse, non siamo stati capaci di approntare, in modo unitario, un progetto attrattivo per il Natale 2021. Aggiungo che questo era sicuramente reso difficile dalle norme anti Covid sempre più stringenti, ma anche questa non è scusa sufficiente, perché la posta in gioco era ed è troppo alta.

Come se tutto questo non bastasse sono arrivati anche i rincari delle materie prime e dell’energia, rincari che arrivano anche al 40-50%, che insieme ad una significativa ripresa dell’inflazione, non solo dissanguano le aziende e tolgono loro liquidità, ma mettono in ginocchio anche le famiglie che tagliano i consumi, eccoci quindi alla “tempesta perfetta” che dovrebbe invitare il governo a riprendere i ristori tagliati e ad aumentare gli investimenti per calmierare i prezzi.

Per concludere analizziamo alcuni dati a livello nazionale.
Il 51% dei consumatori dichiara di evitare di servirsi di bar o ristoranti, o comunque di aver ridotto la frequentazione di pubblici esercizi e locali.
Il 32%, un italiano su tre, ha invece rinunciato a fare un viaggio o ha disdetto una vacanza già prenotata.
Una quota identica, sempre il 32%, ha evitato o ridotto gli acquisti nei negozi per timore degli assembramenti.Lo conferma anche l’andamento dei saldi, le vendite hanno rallentato fino quasi allo stop, e calcoliamo che già, circa un milione di clienti, abbia rinunciato a fare shopping per paura dei contagi ed un 25% non entra nei negozi se vede troppa gente.

Anche le disposizioni del nuovo Dpcm entrato in vigore dal primo febbraio con l’obbligo di esibire il green pass su quasi tutti i negozi e il conseguente obbligo di fare il controllo da parte degli esercenti, seppur giusto in linea di principio, rischia di rallentare ulteriormente i consumi, basti pensare a quei negozi dove si fanno acquisti veloci, es. tabaccherie, si perderà più tempo per il controllo green pass, che per la transazione commerciale.

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