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lunedì, 9 Settembre 2024

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Luce, alberi e noi umani

di Marco Roselli – Marzo è un mese fondamentale per i lavori in orti, frutteti, vigneti e negli oliveti. La luce supera le tenebre oltrepassando i muri dei giardini, insinuandosi nei borghi alla ricerca di orti nascosti tra le case, tagliando le ultime nebbie nei fondovalle, attivando sostanze che erano rimaste dormienti durante i mesi invernali. La progressiva crescita delle temperature segnala alle gemme che possono germogliare e alle foglie delle sempreverdi che si possono riprendere i processi che porteranno alla successiva fioritura, come nel caso dell’olivo. In questo mese il clima inizia a essere più favorevole anche nelle nostre zone, ma se si allontana il freddo duraturo non è detto di essere fuori dal rischio di gelate tardive, anzi, è proprio il tepore eccessivo in febbraio/marzo a creare i presupposti per danni da abbassamenti improvvisi di temperatura.

Nell’orto Nell’orto domestico come in quello professionale arriva il momento di rimboccarsi le maniche perché c’è molto lavoro da fare. Vediamo, in sintesi, quali sono le principali occupazioni contadine di questo periodo.

Lavorazioni del terreno. Il terreno dovrebbe essere stato preparato in precedenza ma anche in marzo si può lavorare, andando ad interrare gli ammendanti organici quali il letame, anche essiccato, e il compost. Nel primo mese primaverile la crescita delle temperature interessa anche il terreno, consentendo così la ripresa della vita e la moltiplicazione di tutti i microrganismi che rendono possibile il mantenimento della fertilità nei nostri orti o nei nostri frutteti. Senza i microrganismi perfino alcuni concimi chimici si “inceppano”, quindi, dobbiamo assolutamente preoccuparci di mantenere un elevato livello di sostanza organica.

Sovescio. Volendo fare concimazione con la tecnica del sovescio si può iniziare a seminare essenze che apportano una consistente massa verde. Il sovescio è un sistema molto utile per chi coltiva con metodo biologico e periodicamente vale la pena farlo, magari a rotazione nei vari appezzamenti dell’orto. A marzo siamo in tempo a seminare il favino da sovescio (Vicia faba minor) che tornerà utile per lavori orticoli da effettuarsi nella seconda parte della buona stagione, dato che interreremo la coltura a fine primavera. Questa pratica, oltre a fornire una massa vegetale a rapida decomposizione per la formazione di humus, restituisce al terreno 40-60 kg/ha di azoto che si renderà disponibile per le colture successive.

Compostaggio. In questo periodo è opportuno rivoltare i cumuli di compost, in modo da uniformare i materiali, ossigenare quelli più interni e favorirne la corretta decomposizione prima che arrivi il caldo estivo. Se invece dovete cominciare a formare un cumulo ex novo, sarà necessario seguire un paio di semplici regole:

1) Il materiale più ricco di lignina come quello derivante dalle potature dovrà essere sminuzzato o almeno sfibrato (per non farlo a mano esistono i trituratori), altrimenti rischiate di avere parti che si decompongono rapidamente e altre che lo faranno in tempi lunghissimi: in questo modo il compost non si forma.

2) Accumulate ramaglie alla base del cumulo (in modo da far circolare aria nello stesso), quindi sovrapponete i materiali alternando foglie, legno sminuzzato come detto, erba tagliata, scarti di cucina, uno strato di terra, e poi da capo.

Dopo qualche mese si avrà una massa nerastra in cui non si riconosceranno i materiali di partenza. Questo è un ottimo metodo per avere sostanza organica a costo zero, utilissima per orti, frutteti e giardini.

Attenti al gelo. Se il meteo annuncia il ritorno del gelo una copertura di tessuto non tessuto può essere una precauzione decisiva. Per questo bisogna tenere d’occhio il termometro e le previsioni.

Nel frutteto e nell’oliveto Olivo Nel mese di marzo si può potare l’olivo, magari scegliendo le giornate più belle e asciutte. Si tenga presente che in questa fase le gemme indotte a fiore restano tali, diversamente da ciò che potrebbe accadere con potature troppo precoci e intense. E’ infatti sbagliato potare l’olivo a novembre, magari in concomitanza con la raccolta delle olive, perché se è vero che si fanno due servizi in uno, è altrettanto vero che una riduzione della chioma in quel periodo induce le gemme a produrre legno anziché fiori. Parla la pianta: “mi togli le foglie, che sono la mia principale fonte di energia, quindi, dato che sono ancora in tempo, indicherò a gemme che avrei fatto fiorire di trasformarsi in germogli e altre foglie”. A marzo, pertanto, è il tempo giusto per potare l’olivo.

Fruttiferi Anche i fruttiferi si possono potare in questo mese ricordando alcune questioni importanti: 1) Tutte le piante che intendete rinforzare perché deboli e/o invecchiate dovete potarle più intensamente. 2) Le piante molto vigorose (meli, peri, susini europei con molti succhioni che producono poco), in questo periodo vanno lasciate in pace, rimandando l’eliminazione del legno nuovo a metà giugno (potatura verde).

Pomacee e drupacee da frutto iniziano a pensare al destino delle gemme che fioriranno oppure che daranno germogli legnosi nel 2024, indicativamente nel periodo compreso tra inizio giugno e metà luglio dell’anno 2023. La pianta considera se riprodursi oppure pensare solo a se stessa nell’anno successivo, in funzione della produzione che sta portando nell’anno corrente (o che può portare in base alle riserve nutritive che ha), ma questa valutazione è fortemente condizionata dalla luce, infatti, è l’illuminazione delle gemme a segnalare alle stesse se possono andare a fiorire nell’anno successivo.

Gemme in ombra ricordano alla pianta una condizione “selvatica”, non ingentilita, pertanto, solo raramente porteranno frutti. Eliminare tutti i succhioni non farà altro che riproporli e tanto peggio se verranno spuntati a due o tre gemme: si formerà altro legno e la luce resterà confinata nelle parti alte.

Se le vostre piante necessitano di tagli di diametro importante potete farli, soprattutto nel caso di pesco, albicocco e susino, nell’estate, dopo aver raccolto i frutti. Due/tre rami asportati non incidono minimamente nella fisiologia della pianta, anche perché la piena estate pone quasi tutti i vegetali in una sorta di riposo estivo (sopra i 30°C la fotosintesi si ferma).

Altre cure Dopo le potature di olivo e fruttiferi è bene proteggere i tagli almeno con un trattamento a base di rame. Il solfato di rame si trova in preparati con la calce, la Poltiglia Bordolese, oppure come rame semplice, altrimenti addizionato con elementi della fertilità.

Poltiglia bordolese Per poltiglia bordolese si intende un preparato a base di solfato di rame neutralizzato con calce. In base al contenuto di calce immesso insieme al solfato di rame si ottengono poltiglie acide, neutre o alcaline e ciò influisce sulla prontezza d’azione del rame e sulla persistenza sulla pianta. Nelle agrarie troviamo la poltiglia bordolese già pronta all’uso ma c’è ancora chi la prepara artigianalmente facendo sciogliere il “vetriolo” nel mastello con l’acqua e aggiungendo la calce.

Altri preparati a base di rame Altri prodotti a base di rame sono gli ossicloruri, gli idrossidi, oppure, per coloro che non hanno il “patentino” esiste il rame addizionato a elementi della fertilità (non sono fitofarmaci). La scelta, quindi, è abbastanza ampia; l’importante è proteggere le ferite dalle malattie del legno.

Le gemme sono gli occhi delle piante; noi le guardiamo e loro ci osservano con modi discreti, impercettibili. La luce colpisce la nostra e la loro retina nascosta tra le perule del prossimo germoglio o del prossimo fiore e come noi, i vegetali, calcolano i propri tempi vitali. Registrano l’allungarsi del giorno e il crescere del tepore; in questo modo ricominciano a marciare verso la determinazione di loro stessi. Di questo e molto altro potremmo accorgerci se solo ci fermassimo a osservare con calma questi meravigliosi esseri viventi, a prenderci cura di un albero senza l’ansia di dover produrre qualcosa a ogni costo.

Noi umani, senza gli alberi, non potremmo esistere.

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