di Melissa Frulloni – Purtroppo vi sarà capitato spesso di vedere, sul ciglio delle strade casentinesi, animali selvatici e domestici feriti, oppure morti. Molti sono gatti, ma non di rado capitano anche volpi, istrici, ricci, o ancora caprioli, cinghiali… Lupi! Sì sa il Casentino è circondato da boschi ed è facilissimo fare incontri con gli animali delle nostre foreste. Si potrebbe quasi dire che sono i nostri paesi ad “invadere” il loro habitat e non gli animali ad attraversare le nostre strade, tanto è forte la presenza del bosco nel nostro territorio.
Sul tema degli incidenti stradali che coinvolgono animali selvatici (o domestici), ci sono molti luoghi comuni, “miti” e false credenze da sfatare che portano spesso gli automobilisti a non soccorrere gli animali, siano stati questi direttamente investiti, che trovati già riversi sulla strada. La prima cosa da mettere in chiaro riguarda sicuramente le sanzioni in cui l’automobilista potrebbe incorrere in caso di incidente con un animale.
“Contrariamente a quello che spesso si pensa, a meno che l’investimento non sia intenzionale, non sono assolutamente previste sanzioni per un automobilista che, fortuitamente, investe un animale selvatico, indipendentemente dal grado di protezione della specie.” A spiegarcelo è la Dott.ssa Nadia Cappai, DVM Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna del Servizio Pianificazione e Gestione delle Risorse.
“Le sanzioni sono previste invece se non si presta soccorso all’animale investito, nel caso in cui sia coinvolta una specie domestica o selvatica o protetta. – Continua la Dott.ssa Cappai – Se l’animale muore a causa del mancato soccorso per cui emerge una condotta omissiva dell’investitore, si potrebbe configurare il reato delineato all’art. 544 bis c.p., riguardo ad “Uccisione di animali” che prevede una pena di reclusione da quattro mesi a due anni.”
Il Codice della strada in questo caso parla chiaro, gli animali in difficoltà vanno sempre soccorsi, oltre che per umanità e rispetto, anche perché l’Art. 31 della legge 29 luglio 2010, n. 120 prevede che “l’utente della strada, in caso di incidente comunque ricollegabile al suo comportamento, da cui derivi danno a uno o più animali d’affezione, da reddito o protetti, ha l’obbligo di fermarsi e di porre in atto ogni misura idonea ad assicurare un tempestivo intervento di soccorso agli animali che abbiano subito il danno. Chiunque non ottempera agli obblighi di cui al periodo precedente è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 410 a euro 1.643”. L’obbligo non riguarda solo l’automobilista, ma anche le persone coinvolte in un incidente con danno ad animali.
“È opportuno specificare però che, ci sono alcune situazioni in cui un animale selvatico potrebbe essere solo in apparente stato di difficoltà. Un esempio classico è quello dei piccoli di alcune specie che apparentemente sembrano abbandonati e spesso, istintivamente, vengono portati via dal loro ambiente.
In realtà però questo è un normale comportamento antipredatorio adottato ad esempio dagli ungulati (cervi o caprioli) che, nelle prime settimane di vita, non sono in grado di seguire la madre e pertanto rimangono accovacciati nell’erba. Se un piccolo viene portato via dal proprio ambiente naturale difficilmente sopravvivrà e comunque sarà destinato a vivere in cattività poiché farà fatica a reinserirsi coi propri simili nell’ambiente naturale. Il comportamento migliore da adottare quando si rinviene un animale selvatico in difficoltà è comunque quello di contattare gli enti preposti, inviare la localizzazione precisa e, se possibile, anche una documentazione fotografica, e seguire le istruzioni che vengono date.” Ci ha spiegato la Dott.ssa.
Un altro punto da chiarire riguarda proprio la possibilità delle persone coinvolte in un incidente, di aiutare un animale in difficoltà, perché, se la legge è chiara sugli obblighi e le sanzioni per chi non lo fa, lo è sicuramente meno quando si tratta di definire l’iter da seguire per soccorrerlo.
“In caso di incidente stradale in cui è coinvolto un animale selvatico, ma anche domestico, il primo passo è quello di contattare un’autorità competente (i Carabinieri, la Polizia di Stato o le Polizie Municipali, Locali o Provinciali, i servizi veterinari delle Asl). Per il soccorso della fauna selvatica non esiste una procedura univoca a livello nazionale, in quanto la competenza è regionale. In Regione Toscana il soccorso della fauna selvatica ha un’organizzazione differente per ogni provincia, sia per quanto riguarda chi fa il primo intervento che chi prende poi in carico l’animale ferito. Tutte le informazioni su cosa fare e soprattutto quali numeri contattare, sono presenti sul sito istituzionale regionale. Nei territori del Parco Nazionale è possibile contattare il 1515 o il 112 che attiverà il servizio di soccorso attraverso i comandi stazione competenti per territorio.” Ha continuato la Dott.ssa Cappai.
Sul sito della Regione Toscana (questo è il link: https://www.regione.toscana.it/-/sos-animali-selvatici-feriti-o-in-difficolta), la sezione dedicata mostra, per Arezzo e provincia, i numeri telefonici delle varie aree; per il Casentino è riportato il numero dell’Ospedale di Bibbiena (0575-5681) e, purtroppo, sappiamo per esperienza diretta che, in questo contesto risulta essere un contatto nullo, visto che dal centralino, per i casi di animali in difficoltà, difficilmente sarete indirizzati agli enti competenti in materia.
Ma come occorre comportarsi se, sulla strada, ci troviamo di fronte ad un animale ferito?
«Per prima cosa è necessario metterlo in sicurezza, segnalandone ad esempio la presenza qualora si trovi nel mezzo della strada (utilizzando le quattro frecce o il triangolo), in attesa dell’arrivo dei soccorsi. È indispensabile evitare interventi improvvisati sugli animali, qualora non ci sia un’esperienza alle spalle: il rischio è quello di peggiorare le condizioni di salute dell’animale o mettere in pericolo se stessi.»
Abbiamo affrontato l’argomento anche con Marco Mencucci, Ten. Col. Carabinieri Forestali, reparto CC P.N. “Foreste Casentinesi”.
Quanti animali selvatici muoiono o vengono feriti sulle strade del Casentino ogni anno? In questo senso la pandemia, con meno auto in circolazione, ha aiutato a prevenire questo fenomeno?
«Dati specifici sul Casentino non sono facilmente estrapolabili, fatta eccezione per il lupo. In generale esistono statistiche più o meno parziali sia per tempo che per zona. Per l’Italia si fa riferimento ai dati ASAPS.it, da cui emerge che nel 2020 gli incidenti con animali sono stati numerosi: 157 quelli gravi (ossia con feriti o deceduti), che hanno causato 16 morti e 215 feriti. Soprattutto con gli animali selvatici (88%), quasi sempre sulle strade ordinarie (solo 6 casi in autostrada e superstrada), per il 40% di notte, in 58 casi (37%) sono stati coinvolti i motociclisti. La Lombardia è in cima alla lista delle regioni a rischio (17 sinistri), seguita da Emilia Romagna, Piemonte, Abruzzo, Campania, Marche, Toscana.
Nel 2019 erano stati 164 con una vittima in meno, l’anno precedente 148 con 11 morti. Dunque il calo c’è ma è relativo, considerando i pesanti limiti alla circolazione di persone e veicoli nel 2020. Sarebbero poi “alcune migliaia” gli incidenti con danni ai veicoli e non alle persone.
Per il lupo la situazione è diversa e possiamo fare un discorso specifico, legato ai numeri della nostra vallata. Dal 2014, infatti, il Reparto CC Parco, raccoglie i dati provenienti dalla stampa circa la mortalità del lupo, ovvero viene registrato a livello nazionale, luogo e se possibile la causa di morte dei lupi rinvenuti sul territorio italiano. Dal primo grafico risulta come nel 2020 si sia avuto un netto incremento di mortalità del lupo in relazione agli incidenti stradali. Il dato sul lupo è quindi in controtendenza a livello nazionale e si può ipotizzare che la pandemia abbia, almeno per questa specie, favorito la possibilità di impatti con autovetture.
Nel caso del nostro comprensorio, il Casentino e la zona romagnola e fiorentina del Parco Nazionale, dal 2014 ad oggi sono stati registrati 31 lupi morti, di cui 12 per investimento. Il secondo grafico evidenzia come l’anno con più impatti sia stato il 2018. Nel 2020 rispetto al dato nazionale si osserva che non vi sono stati lupi investiti. Nel 2021 il dato invece comincia ad allinearsi con quello nazionale, in quanto nei primi 3 mesi dell’anno i lupi investiti e deceduti sono già stati 2.»
Sicuramente trovarsi coinvolti in un incidente con un animale selvatico o domestico, non è una situazione piacevole; del resto quale incidente stradale lo è? È un momento di panico, paura e agitazione che spesso ci porta a non sapere che fare e come comportarci. Le forze dell’ordine sanno ovviamente cosa fare e per questo è bene contattarli subito per farsi aiutare nel migliore dei modi. Oltre che rispettare la legge, (forse) salverete un animale in difficoltà che poi, affidato alle giuste cure sarà sicuramente riportato nel suo habitat, fra la bellezze delle nostre foreste; come ci spiega il Ten. Col Mencucci: “Vorrei ricordare un fatto che esemplifica tutto ciò che abbiamo detto finora; si riferisce ad un impatto che non appare nella statistica di vallata: a dicembre del 2018 un lupo è stato investito nel Parco, lungo la strada per Badia Prataglia, poco sopra Pian del Ponte. Chi l’ha investito si è fermato ed ha avvisato le forze dell’ordine. I Carabinieri Forestali lo hanno messo in sicurezza. Il lupo è stato curato e poi rilasciato in natura nei mesi successivi. Il conducente del mezzo che ha investito l’animale non ha avuto nessuna conseguenza ed è stato ringraziato per aver consentito i soccorsi.”